venerdì 10 giugno 2016

Perchè l'educazione continua a servirsi di noi?

Oggi si avverte più che mai il disagio di un'educazione che è andata via via inserendosi in contesti estranei ai suoi veri  principi , ai suoi valori e alle sue "azioni", fino a condizionare in maniera fortemente negativa la crescita di ciascun "essere umano" rendendolo inconsapevolmente schiavo di una volontà che non è  la propria.
A riguardo mi viene da pensare ad una bellissima frase di Bertand Russell che scrive:"Il fatto che un'opinione sia fortemente mantenuta, non significa che non sia assurda".
Infatti il punto è che la maggior parte delle persone vivono di questa assurdità , senza accorgersi di non essere mai se stessi.
Come posso quindi da educatore o genitore, conoscere e comprendere l'altro, pretendere di "educarlo" se non conosco e  non comprendo ancora me stesso? E poi ,mi sono mai chiesto perchè  mi servo dell' "educazione"? Anzi oggi sarebbe opportuno chiedersi perchè è l'educazione che continua a servirsi  di noi.
La maggior parte dei genitori non è consapevole che il bambino "subisce"l'educazione poichè a sua volta non è consapevole di averla subita,  tale meccanismo, purtroppo, si ripete di generazione in generazione bloccando l'autentica crescita e spinta evolutiva dell' individuo, oppure la maggior parte delle volte ritardandola, a meno che, non si persegue un percorso di risveglio e di crescita personale.in età adulta.  E' naturale che questo ritardo si riflette anche sullo sviluppo dell'intero pianeta.
Il Bambino ha il diritto di vivere l'educazione in maniera attiva,  ha diritto ad esperirla e manifestarla secondo la sua volontà e non secondo la "nostra", che poi, tra l'altro, scopriamo non essere affatto "nostra".
Vi parlo con cuore umile  come figlia e come educatrice . Quando un giorno mi sono chiesta perchè ci si serve dell'educazione come "forma", come  strumento attraverso cui agire piuttosto che  come "essenza",  principio di vita che muove le cose,  non ho più sentito l'esigenza di "educare" e di ricoprire quel ruolo. Ho compreso che l'educazione si è sempre servita di noi tutti ,ci è stata negata la verità e con essa la libertà di scegliere e di essere.
Per questo è importante imparare ad ascoltarsi e ascoltare. L'ascolto è fondamentale all'esistenza di tutti gli esseri sulla terra, dono fondamentale di cui tutti dovremmo essere consapevoli affinchè qualsiasi tipo di relazione con l'altro come  parte di se,  sia fondata sull'onestà.
I nostri figli sono portatori di una  conoscenza pura, quella stessa saggezza che, se hai la sensibilità di percepirla ed ascoltarla, ti ricorda la tua.
Quindi non devi fare altro che rilassarti e lasciare andare le tue paure "fallimentari", quelle paure di essere imperfetto, che  prima come figlio e poi come genitore hanno in-castrato la tua realtà ed ora anche quella di tuo figlio, a meno che tu non decida davvero con coraggio di svegliarti,  guardarti dentro , dimenticare l'asfisiante "piano di salvezza" di te stesso congeniale alla società e cominciare ad occuparti davvero di te prima che di tuo figlio.
Come e quando ci riuscirai? Quando impedirai all'educazione di servirsi della tua volontà e quando consentirai alla tua volontà di connettersi con il cuore.
Accettare di essere cresciuti nella "menzogna" di un bene fine a se stesso è il primo passo per connettersi al cuore e liberarsi dalla convinzione di "saperne" di più di un bambino.
La relazione con tuo figlio a quel punto sarà un piacevole incontro con la verità.

 "Se sei un genitore hai bisogno di un grande coraggio:
il coraggio di non interferire.
Mostra al bambino direzioni sconosciute da esplorare.
Il bambino non conosce il proprio potenziale.
Nessuno lo può conoscere. E' inevitabile che brancoli nel buio.
Non fargli temere il buio, non creare in lui l'incubo del fallimento
o la paura per tutto ciò che è sconosciuto. Sostienilo"
                                                
                                                       Osho.
                          












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