mercoledì 22 giugno 2016

L'amore è un dono


         Sei sicuro di amare davvero tuo figlio?  Le 5 cause che impediscono di                    educare con amore.


E’ indispensabile amarsi, l’amore è un dono che cresce dentro se stessi,  tutti sappiamo che esiste, ma ancora pochi sono quelli che lo conoscono davvero.
Accorgendoti di essere amore, conoscerai l’amore e l’altro non potrà che beneficiarne .
L’amore non nasce con l’uomo, l’amore è la vita che scorre nell’uomo,  è  l’energia vitale che permette alla vita stessa di manifestarsi e lo fa in maniera naturale e del tutto incondizionata.
Recuperare la capacità di sentire e percepire l’amore più che cercare di comprenderne il significato  è  il primo passo da fare per garantire a tuo figlio una crescita armonica , serena e soprattutto sincera.
Ciascuno di noi viene alla vita per essere felice e per godere della bellezza della sua natura e invece si ritrova ad essere infelice, malato e depresso in un mondo del tutto "innaturale".
 “Vivere” la vita con ansia, insoddisfazione , pessimismo, schiavi del senso di colpa, schiavi di un consumismo sfrenato, schiavi delle paure non  è affatto naturale. 
La natura fluisce nell’ armonia e nella bellezza della sua creazione senza cercare di modificare nulla ed è autosufficiente.
 La Natura è madre di se stessa. Sa già cosa è giusto fare e lo fa per amore.
Tuo figlio ha sempre un buon motivo per fare quello che fa, soprattutto ribellandosi con i suoi capricci,  comprendilo e ridimensiona il giudizio e le “tue” convinzioni.
Educare con amore non è un modo di “educare” è un modo di essere.
Il grande errore dell’educazione dal passato ad oggi è stato quello di trascurare  dei principi fondamentali  insiti nella natura dell’essere umano.
 Conoscere e fare propri questi principi significa avere una nuova visione pedagogico- educativa  che rispetta la libertà dell’individuo e quindi della vita stessa.
 Rispettando tali principi diventi un genitore libero di abbracciare un tuo personale modo di educare secondo “natura”, senza lasciarti condizionare dai falsi miti e principi filosofici educativi.
Il primo principio da rispettare secondo “Natura” è la felicità.
Essere felici e vivere in un ambiente felice è un diritto inalienabile e sacro dell’essere umano. Dobbiamo garantire a nostro figlio la possibilità di vivere in un ambiente felice , sano ed equilibrato.
Bambini su cui abbondano comprensione, ascolto, amore , sincerità e contatto, sono adulti più pacifici, più felici, non predisposti ad atteggiamenti di vittimismo con l’altro .
Sono adulti capaci di agire e non limitarsi a reagire, sono adulti liberi di essere se stessi senza il bisogno di ricorrere a  maschere a seconda della situazione. Saranno adulti che non avranno sviluppato nessun tipo di dipendenza  nel rapporto con se stessi e con l’altro. 
Saranno quindi adulti leali e forti,  fieri  dei propri limiti quanto delle proprie potenzialità.
 Il bambino, principalmente nei primi sette anni di vita, impara per imitazione. Più che interessarsi all’ ascolto è interessato ad imitarti, anche perché, soprattutto nella fase della prima infanzia, il senso a cui il bambino è più facilmente esposto è la vista, anche se la sua conoscenza esperienziale col mondo passa attraverso il gusto.
Non puoi più prescindere dall’ osservare te stesso e dal porre attenzione ai tuoi comportamenti. Non ti è più concesso il tempo di rimandare la responsabilità con te stesso,  il tuo guardiano è alla soglia e ti conta i minuti, non puoi fare più finta di non saperlo.
 Questo  significa non limitarsi a dare l’esempio, ma iniziare ad esserlo.   
Se vuoi che l’altro ti comprenda e ti stia ad ascoltare davvero è indispensabile che tu parli ad esso attraverso ciò che sei.  Ti è richiesto dunque un grande coraggio per “educare” con amore e in piena libertà: massima coerenza tra ciò che richiedi e ciò che sei davvero. 
Questa è la base per instaurare una relazione educativa d’amore basata sull’ onestà e il rispetto.
 La verità ti renderà libero.
Educare con amore è lasciare libero tuo figlio di essere ciò che è, significa smettere di reprimerlo inconsapevolmente.
Il bambino è un seme e il genitore la sua terra, un  figlio necessita di un terreno fertile da cui egli possa trarne il giusto nutrimento per sbocciare  e manifestare le sue qualità alla vita, così come sono,  senza la presunzione di modificarle. Il bambino quando nasce è un essere puro e divino , è perfetto, incontaminato, il tuo compito di genitore dovrebbe essere quello di proteggere la sua vera  natura,  piuttosto che servirti di falsi miti  per reprimerlo.
Spesso , in maniera del tutto inconsapevole, non si permette al bambino di manifestare il suo principio vitale e istintuale .
Al bambino non glie è permesso di piangere, di arrabbiarsi e soprattutto di ribellarsi. Il bambino deve imparare solo ad obbedire a non far arrabbiare il genitore. Ma che cosa fa scaturire davvero questa rabbia nel genitore quando il figlio vuole far valere un proprio “capriccio” ? Tutti rispondereste: 
"la maleducazione, l’ho viziato e adesso è un maleducato".  Oppure: " Io sono il genitore , quindi comando io". O peggio ancora  sciocchi giudizi come: " è il carattere, è ribelle è cattivo, non sembra mio figlio." 
Queste sono di solito le risposte più comuni della stragrande maggioranza dei genitori. Siamo sicuri che possa dipendere davvero dal fatto che crediamo che quel bambino, per di più nostro figlio, sia davvero cattivo, davvero ribelle o davvero aggressivo?
 E cosa peggiore delegare la propria responsabilità  ad una questione di genetica caratteriale ? Quindi sarebbe come a dire: “Io non posso farci nulla è il suo carattere, quindi non ha speranza di poter essere qualcosa di più. 
Tutto questo è pura follia.
Follia che ammazza la libertà dei vostri figli, togliete loro la possibilità di rimanere se stessi , ma ancor peggio non capite che il problema in verità è in voi. Non capite che lui vi rimanda solamente dei feedbeack  affinchè possiate 
accorgervi che siete vittime addormentate nella convinzione di essere liberi. 
Vi sto dicendo  che i vostri figli vi stanno donando la possibilità di liberarvi, di guardarvi dentro e di iniziare a svegliarvi. 
Se non ti accorgi di tutto questo, educare  diviene soltanto un altro dei tanti modi per tenere a bada il principio vitale, il risveglio e la verità , continuando a tenerci schiavi di una libertà illusoria.
Per principio vitale intendo l’energia creativa che si manifesta attraverso l’amore, infatti se nella nostra terra, che sono i nostri genitori e l’ambiente familiare viene a mancare  questo fertilizzante non vi è creazione quindi la vita muore.
Un altro principio fondamentale “naturale” è l’amore puro, incondizionato. Donare amore in maniera incondizionata significa essere amore . 
La chiesa e le religioni hanno inventato il mito della sofferenza per svuotarci della nostra energia vitale . Da secoli, sono riusciti a farci credere  che l’amore sia qualcosa fuori di noi, un sentimento  da “meritare” , proprio come una ricompensa. Infatti sei nato peccatore e se vuoi l’amore, ossia la salvezza, devi pentirti e quindi sacrificarti .
L’amore non è una ricompensa , non è la salvezza prossima ad un giudizio. L’amore è molto semplicemente la libertà di essere ciò che si è.
Il vero viaggio nella  vita inizia quando abbiamo la libertà di poter essere ciò che siamo senza paura di sbagliare. La natura è perfetta così com’è, non esistono sbagli o errori.  La natura è perfetta nella sua imperfezione.  E’ dal caos che si è creato l’ordine cosmico.
 Il bambino è un piccolo cosmo , porta con se una saggezza che, se sai ascoltare, ti guida in mondi misteriosi e sconosciuti: te stesso.
Devi solo darti fiducia.
Spesso si ha paura di scoprirsi sbagliati, si ha timore di essere se stessi, diversi da come gli altri ci hanno pensati. Si ha paura di vivere,
di sentirsi felici e meritevoli. Si ha paura di ribellarsi.
 L’educazione familiare,  soprattutto l’influenza di quella patriarcale, di cui oggi ne subiamo ancora il forte condizionamento, ha condannato l’amore al sacrificio, relegandolo a sua volta al senso di colpa.
 Questo modo di intendere l’amore nella relazione educativa è molto nocivo alla crescita e allo sviluppo di tuo figlio , e lo è anche per te.
 E’ un modo per creare la vittima e il carnefice, il quale a sua volta diventa vittima del senso di colpa in un circolo vizioso  che si  ripeterà senza più fine. 
Così facendo non ti accorgi che ti perdi  la  possibilità di conoscerti e sperimentarti come essere intelligente, responsabile e consapevole capace di scegliere liberamente come amare e crescere il proprio figlio.
 A volte la presunzione di essere solo degli adulti, non giustifica il fatto di essere più saggi di un bambino . 
Questo atteggiamento  non ti porterà da nessuna parte.
 Arriverà un giorno in cui anche tuo figlio crescerà e si chiederà il motivo della sua esistenza e quando lo scoprirà sarà già diventato adolescente e non ti riconoscerà più.
 Ti accorgerai che l’educazione come l’hai sempre percepita non è mai stata utile e necessaria davvero  alla crescita di tuo figlio, ma solo un tentativo per  tenere a bada le tue insicurezze e la tua paura di fallire.
 Entra in sintonia con l’amore,   affidati ad esso e tuo figlio non avrà bisogno di alcun consiglio, di alcun comando ,  di alcun ricatto, ma solo di essere in qualche modo sostenuto e incoraggiato.
Anche evitare i suoi fallimenti, intromettersi cercando di fare “la cosa giusta”  e dando dei “consigli” è del tutto innaturale e diseducativo.
In primo luogo perché la maggior parte dei genitori danno consigli solo per se stessi, solo perché hanno paura che un giorno saranno giudicati sbagliati dai propri figli. Non c’è pensiero più idiota ed ignorante di questo. Come puoi anticipare la visione di un futuro che non esiste e pensarlo solo in base alle tue paure anziché in relazione alla realtà delle cose che è fatta del presente? Occupati di costruire e accompagnare la crescita di tuo figlio oggi nel presente , non potrà fare  altro che  ringraziarti.
 Lui è nato per insegnarti l’amore e liberarti dal giudizio, quindi rilassati.
 E poi, vale più la preoccupazione di un tuo giudizio che  la libertà di tuo figlio? Come puoi dire di amarlo?
In secondo luogo  è attraverso l'esperienza dell' "errore" che il bambino conosce se stesso e diviene attore e creatore del suo mondo.
Insomma ci rendiamo conto di quanta spazzatura portiamo addosso, parliamo di amore ed altruismo  , ma siamo solo degli egoisti , diciamo di pensare al bene dei nostri figli, in realtà pensiamo solo al nostro.  
Ora cerchiamo di conoscerci più da vicino e di comprendere quali sono le reali cause che entrano in gioco nella relazione educativa con i nostri figli che non ci permettono di educare con amore e nel rispetto della sua libertà:

1.     Il Vittimismo e l’insicurezza: (due facce della stessa medaglia)


La prima causa principale è che siamo “vittime “ di una credenza religiosa che inconsapevolmente ci vuole giudici severi della nostra vita.
La religione avrebbe dovuto insegnare l’amore e non il perdono,  la dedizione e non il sacrificio,  la verità e non la menzogna.
Se lo avesse fatto, ci avrebbe reso consapevoli del “potere”  che portiamo dentro e intorno a noi.  La religione ha creato così solamente una società malata, all’ interno della quale , l’individuo vive se stesso in un continuo stato di imperfezione che si manifesta in una continua tensione verso la ricerca di un completamento di se. Tutto questo dunque genera un sentimento di inquietudine e insoddisfazione, sfiducia verso se stessi e insicurezza . Crescendo quindi, il bambino diventa sempre più  “dipendente” dalle situazioni esterne di ogni genere, sia emotive che comportamentali.
Questo genere di “espressione sacrificale” della natura dell’umo si ripercuote principalmente sul suo modo di relazionarsi con l’altro,  nelle dinamiche familiari l’educazione ha preso il posto della religione e invece di occuparsi della crescita dell’individuo nella sua integrità si inizia a “preoccupare” del suo futuro e di cosa sarà bene o male per lui, dimenticando il suo benessere nel presente.
 Se si fa vivere al proprio figlio l’amore puro,  dentro e intorno a lui, se gli si permette di conoscere  e sperimentare la vera devozione verso la vita, di entrare in connessione con la propria natura imparando ad ascoltarla e a fidarsi di se stesso, insomma se ci accorgiamo che ciò che fa crescere nostro figlio non sono le convinzioni che abbiamo, ma quanto siamo realmente in grado di amare, senza paure e in maniera del tutto incondizionata, allora, solo allora, si sta amando. 
E' necessario non avere paura del fallimento.
Se non molli l’attaccamento per la sopravvivenza e non ti decidi a vivere, a sentirti ricco dentro di te, non puoi crescere un’altra vita. La vita che porti dentro è ricchissima, è un dono e se ne fossi consapevole davvero comprenderesti che nessuno sopravvive, solo i tuoi sciocchi pensieri continuano a farlo.
 Il bambino assorbirà da te ogni cosa, sentirà addosso una responsabilità di una paura che non è la sua, quindi per favore,  prima di mettere al mondo una vita, pensaci, pensa di essere tu stesso vita.
Se ti limiti e ti arrendi a un tipo di coscienza  povera, precaria e vittima delle sue insicurezze,  non mettere al mondo un figlio perché così come gli hai dato la vita glie la togli . Non parlo solo di benessere economico, parlo soprattutto di benessere emotivo e mentale. 
Ci sono famiglie che pur avendo una vita agiata, vivono sempre in un clima di precarietà,  di sfiducia e di sopravvivenza, come se l’avere fosse più importante dell’essere. Vivere significa smetterla di preoccuparsi per ogni cosa e sostituire la predica e la lamentela verso i propri figli in comprensione, aiuto , pazienza e amore.
 Tuo figlio quando viene al mondo ci viene per vivere e non per sopravvivere.   L’universo questo lo sa  perché a differenza di te, si occupa dei suoi figli, li ama incondizionatamente,  così come ama anche te, ma non te ne sei ancora accorto.
Gli atteggiamenti di vittimismo , di debolezza e insicurezza, alterano la relazione con tuo figlio. 
Quello che sto per dirti è più semplice di quanto immagini: non è quello che vivi nella tua vita che fa la differenza , ma come la vivi; lo spirito e l’energia che ci impieghi affinchè si realizzi ciò che è .
Ti chiedo quindi di lasciare andare la spasmodica mania di controllare tutto ,  impara ad affidarti a te stesso e alla forza dell’amore .
Lo so, non è un gioco da poco , ma basta crederci ,  basta accorgersi di voler cambiare, partendo dal modo in cui ci atteggiamo e portando attenzione alle  cose che diciamo.
Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra parola, come i nostri pensieri e le emozioni che ne derivano, tutte insieme, creano la nostra realtà e che ci piaccia o no siamo noi i responsabili di ogni cosa.
Dio ti ha dato la fede, usala, anziché aspettare che un giorno ti venga a salvare. Sei salvo , ma non lo sai.
Parliamo di amore ed altruismo  , ma siamo solo degli egoisti, diciamo di pensare al bene dei nostri figli, in realtà pensiamo solo al nostro.
L’amore è un’altra cosa, inizia dal comprendere l'ingiustizia di crescere nella menzogna. 
 La Natura nasce madre , non ci diventa, non vive per i suoi figli. 
La Natura vive per essere madre. Hai tanto da imparare dalla natura, “Madre”. La Natura non mente mai è sempre sincera e giusta.
 Lasciare il bambino libero di vivere le proprie esperienze, soprattutto sbagliando, è amare la vita e fidarsi di essa. In fin dei conti è proprio attraverso l’apprendimento per errori che si cresce e si da la possibilità al proprio figlio di essere sicuro di se autonomo e indipendente.  
La sicurezza parte dalla conoscenza di se stessi, questa conoscenza esige libertà di dispiegarsi senza essere anticipata o direzionata.
 La vera sicurezza però deve partire prima verso te stesso.
Se tuo figlio avverte che sei un genitore insicuro perde l’opportunità di vivere  la sua infanzia e quindi anche la possibilità  di conoscere se stesso , i propri limiti e i propri punti di forza.
Essere sicuri di se significa semplicemente essersi liberati dalla famiglia d’origine e dai suoi condizionamenti “educativi”.
Conoscersi è manifestare ciò che sei e non ciò che i tuoi genitori si aspettano ancora da te.
 Il punto è che hai ancora paura del loro giudizio. Ti terrorizza ancora la sensazione di dover sbagliare,  ti fa paura dover  contrariali nelle loro idee. Ti terrorizza il tuo fuoco, quella forza capace di  prendere in mano la tua vita, quella forza che ti libererà finalmente da tutte le illusioni.
Questa forza è vita, questa forza è amore, ma dal momento che l'hanno chiamata ribellione ci hai creduto e hai smesso di essere.
Non ti accorgi che sono ancora i tuoi condizionamenti educativi  ad educare tuo figlio e non  la tua volontà? Così facendo non ti accorgi che provi ad essere il genitore di tuo figlio ma non lo sei ancora diventato.
Un genitore consapevole è un genitore maturo e autonomo, indipendente a livello affettivo ed  emotivo dalla sua famiglia d’origine, non ha più paura di essere giudicato da loro .
La maggior parte dei genitori non si accorgono che le dinamiche  che ripetono  nella relazione educativa con il proprio figlio sono ancora quelle irrisolte della famiglia d’origine.
 Quando non siamo in grado di spiegare a nostro figlio perché in una data situazione è giusto comportarsi in un certo modo,  piuttosto che in un altro, quando non riusciamo a chiarire a noi stessi perché abbiamo scelto di agire in un modo piuttosto che in un altro, quando al “diktat” segue il silenzio e il bambino non capisce il reale motivo di quel gesto,  accade che in realtà non lo abbiamo  ancora capito noi stessi.  Siamo rimasti lì in quel silenzio aspettando ancora una risposta al perché di quelle scelte e di quei comportamenti.
 Così ancora da adulti siamo  in attesa di tante risposte,  ci allontaniamo  dalla libertà e dalla possibilità di amare davvero nostro figlio e noi stessi. Riconoscerlo è il primo passo verso la consapevolezza.
 E’ così che dal buio si genera altro buio e si finisce per scambiare l’amore per qualcosa che non è.
Se fai luce in quel buio potrai vedere che l’amore ha altri colori , altre forme e altri gesti.

2.     Il concetto alterato d’Infanzia:

Un’altra causa fondamentale che ostacola la libertà di educare con amore è il concetto alterato d’infanzia.
 Da un lato c’è chi la percepisce come una fase  completamente priva d’istinto , di saggezza e intelligenza a tal punto da generare atteggiamenti  iperprotettivi ed esageratamente ovattati.  Da questo genere di percezione dell’infanzia, si crea la tendenza ad anticipare l’esperienza del bambino e spesso a  preconfezionarla.
 E' il classico atteggiamento che assume un genitore estremamente insicuro rinchiudendo il proprio figlio in quella che solitamente chiamiamo “Campana di vetro”.
D’altro canto c’è una schiera di adulti che invece guarda al bambino come un "piccolo adulto".
In questo caso, si ha  una visione dell’infanzia  “adultizzata".
 Iniziamo a spiegargli come funziona la vita, pretendiamo che rispettino dei tempi precisi, a volte addirittura pretendiamo che rispettino i nostri. Siamo lì a dirgli quando  mangiare,  quando hanno fame, ma ogni quattro o sei ore, decidiamo per loro quando devono dormire, quando è il momento di giocare e quando no.
Decidiamo addirittura che possono dimenticarsi del calore del petto
 della madre e del suo abbraccio poiché abbiamo speso tanti soldi per la carrozzina o l’ovetto. Gli imponiamo delle regole solo perché  gliele ripetiamo a voce ogni qual volta che si presenta l’occasione.
Gli diciamo persino di non piangere perché è grande, e di non sporcarsi perché non è più un neonato.
Sono piccole cose che giorno per giorno portano a sacrificare la vita di tuo figlio. Reprimendo la sua natura genererai malattie fisiche, disagi comportamentali che si manifestano successivamente nell’età adulta  quando ci si lamenta perché tutto non va e la vita fa schifo.
L’unico modo che conosciamo per leggere l’esperienza rimane quindi solo la sofferenza, con la convinzione che solo attraverso di essa si conquistano amore e felicità.
Questo è scambiare la follia con l’amore,  questa visione distorta potrebbe portarci a vedere una falsa realtà di noi stessi e delle cose a noi circostanti. L’amore e la felicità non sono una conquista, ma un modo naturale di essere ed esistere dell’uomo.
L’amore è amore, smettila di cercare dei modi e degli strumenti per educare con amore, accorgiti che l’unico  “strumento” sei tu e l’unico “modo” è solo la tua volontà.  Questa è principio primo insito nel  cuore, che non ha nulla a che fare con il sentimentalismo.
Ricorda sempre che la natura non è buona e neanche cattiva,  la natura è giusta.
Tutto quello che tuo figlio chiede quando viene al mondo è di essere amato per quello che è. Questo è naturalmente giusto.

3.     Dare a tuo figlio spiegazioni troppo razionali:

Quando si instaura una relazione d’amore con il proprio  figlio , interferire nei processi educativi con la razionalità interrompe quel magico flusso che ti mette in sintonia vibrazionale con esso lasciando che tutto accada secondo natura.
Soprattutto tra 0 e 7 anni, se proprio devi dare una motivazione fallo sempre con esempi e metafore tratte dalla natura. La motivazione razionale annulla la fiducia del bambino in se stesso e soprattutto la possibilità di far sviluppare il suo intuito e la sua capacità di “sentire” e percepire se stesso nelle cose.  Bisogna sviluppare l’istinto, la parte intelligente e divina dei nostri bambini, l’unica vera guida verso la strada della sicurezza e quindi dell’autonomia.
Lascia quindi che tuo figlio possa sperimentare la realtà per scoprire se stesso in relazione alle cose. Permettigli, dunque, di attingere e attivare le sue forze per rispondere alla sua curiosità e sfidarla nella pratica. E’ scontato che di fronte ad un pericolo come potrebbe essere ad esempio una pentola bollente , non significa che te ne andrai dalla cucina con il rischio che si faccia davvero male, ma ti limiterai semplicemente a rimanere li in presenza dicendogli che può toccare la pentola, ma di stare attento perché brucia. In questo caso non eviti a tuo figlio l’esperienza e in oltre gli permetti di attivare delle risorse difensive , come quella di percepire in anticipo il calore e di andarci con calma. Così facendo i bambini non solo sviluppano maggiore fiducia verso l’adulto e verso se stessi, ma non si faranno male e soprattutto non torneranno più a sfidarti. Parlagli sempre con amore. Il bambino ti percepirà sicuro di te.

4.     L’identificazione con la situazione e l’incapacità di essere neutrali:

Il bambino deve sentirsi sempre amato, tanto e allo stesso modo.
Se lo giudichiamo quando ha pulsioni che noi consideriamo “cattive e non un bene”, come potrà imparare ad accettare ed ad integrare le proprie ombre? Quando ti arrabbi con lui perché non risponde ad una tua richiesta,  puoi accorgerti  che in verità ti stai solo arrabbiando con te stesso. Temi di non essere stato capace di educarlo e soprattutto  temi che nessuno, nemmeno tuo figlio ti ascolta  perché non riesci a farti obbedire. Se porti attenzione alla tua rabbia, impari ad ascoltarla, puoi comprendere che il capriccio è più il tuo e non di tuo figlio. Ti sei identificato completamente nella situazione e non hai via di scampo se non quella di alzare la voce creando terrore.
Impara ad essere neutrale, ad osservarti ed osservare. Se tuo figlio non risponde alle tue richieste è perché la tua richiesta non è delle più intelligenti. Arrabbiarsi perché si ha la sensazione di perdere il potere e il controllo della situazione, aggiunge solo tensione e non presenta alcun vantaggio.
Se ci si mantiene neutrali, consapevoli e fiduciosi che la scelta è quella giusta, e se si rimane in ascolto, pronti ad accogliere amorevolmente le sue istanze e a trovare delle soluzioni migliori, il bambino avrà il piacere di ascoltarti.

5.     La manipolazione:

Se vuoi imparare ad educare con amore devi essere sincero e trasparente e soprattutto onesto con te stesso.
Spesso, pur di farci ascoltare dai nostri figli, attiviamo dei meccanismi di  manipolazione che compromettono e trasformano la purezza della relazione.
Non arrabbiamoci se poi loro non ci diranno mai la verità, in fondo non la conoscono davvero.
La manipolazione abitua il bambino a mentire, a non essere se stesso, quindi a non vivere nella verità imparando a stare in situazioni ambigue e contrastanti.
Spesso la necessità della manipolazione scaturisce dal senso di colpa che un genitore ha verso il figlio e allora si preferisce nascondere quel disagio con una bugia, piuttosto che affrontarlo parlando col “cuore” in mano. Così facendo credi di fare del bene a tuo figlio, perché nascondendogli la verità credi di difenderlo da qualcosa di sbagliato, ma capirai che di sbagliato c’è solo la menzogna, sarà troppo tardi quando  tuo figlio vorrà difendersi da te.
Dire le cose come stanno, esternare le proprie paure e i propri limiti, chiedere al proprio figlio di cosa ha paura anziché ovviare queste domande con storie assurde, è un modo per esorcizzare la paura stessa e per insegnare a tuo figlio che anche da adulti è possibile essere  se stessi, sempre e comunque e che non c'è alcun motivo per avere paura.
 I figli sono un dono e vanno bene così come sono. 
Solo se accettiamo noi stessi potremo accettare totalmente i bambini e crescerli nella libertà. Decidere di risvegliarsi e quindi di cambiare non è sempre facile, dovrai impegnarti , osservarti ed ascoltarti.
Il cambiamento potrebbe essere lento. Va bene così. Tu e il tuo bambino dovete ritrovare il giusto equilibrio riconoscervi e com-prendervi
Un tempo erano i bambini a fare i capricci, oggi sono i loro genitori. L'amore è un'altra cosa...

                                          "La Natura non è buona e neanche cattiva.
La Natura è giusta.
 Agisce nell'amore e per l'amore.
Dona i suoi frutti..non li vende."

Luce <3

martedì 14 giugno 2016

Una Nuova Pedagogia Emergente
















Esiste una Pedagogia Bianca? Smascherare i falsi miti dell'educazione

 La Pedagogia iniziatica e trasformativa nasce  come esempio di vita capace di iniziare l’individuo verso una nuova consapevolezza della propria “realtà”, come essere responsabile e intelligente,  “sensibile”,  che fa della propria volontà il superamento da ogni forma di illusione interiore per giungere all’ essenza della propria verità attraverso un processo di auto-osservazione minuziosa e capillare della sua vera “ identità”.
 La Pedagogia classica, ma anche quella contemporanea, hanno trascurato un aspetto fondamentale  dell’individuo, quello cioè di un  essere umano libero e consapevole. Dentro di lui risiedono libertà e consapevolezza nella stessa misura in cui risiedono anima e spirito.Reprimendo il manifestarsi di questi due principi naturali e fondamentali alla crescita e allo sviluppo di ciascun individuo nella sua integrità,  si finisce per scambiare l’identità con l’identificazione, convincendosi  di essere ciò che  non si è.Per questo ci tengo ad evidenziare un mia riflessione a riguardo; la pedagogia e le sue teorie sono servite solo agli “educatori” e a tutti coloro che sin dal passato volevano controllare e limitare la libertà dell’essere umano rendendolo via via sempre meno consapevole di se stesso e della sua verità, omologandolo ad una religione, ad un sistema politico , culturale e sociale . L’uomo si è così tanto abituato a questa forma di “schiavitù” educativa, che senza di essa si sente perso,  non sa cosa fare , si sente schiavo delle sue paure, non sa scegliere davvero poiché a scegliere è sempre stato qualcun’altro prima di lui.Questi meccanismi “dis-educativi e “anti - pedagogici” hanno così indebolito l’essere umano, la sua energia e di conseguenza vi è stata la perdita della gioia originaria favorendo a tutto spiano la nascita del giudizio e quindi di conseguenza del senso di colpa. Se si parla di educazione significa che conosciamo anche il suo contrario ossia
“maleducazione”,  ma se il bene e il male non esistono, poiché sono movimenti di coscienza attraverso cui l’uomo osserva se stesso e prende consapevolezza della propria esperienza soggettiva ed oggettiva, di se e delle cose,  chiediamoci perché educazione e maleducazione esistono ancora , perché ci serviamo dell’uno e dell’altro e soprattutto perché sono loro a servirsi di noi, come si serve di noi il bene e il male, gli angeli e i demoni. Alla nascita eravamo integri, eravamo tutto con “ l’Uno”, l’educazione ci ha "divisi" e ci ha resi “piccoli” e mediocri, sempre verso la continua e spasmodica ricerca della perfezione ed ecco le nevrosi e la necessità di seguire un credo. Siamo sicuri di esserci davvero svegliati?Ogni tipo di pedagogia , se la osserviamo bene è pervasa da precetti di “pedagogia nera”, ciò che cambia oggi è solo la maschera di una faccia gentile, dove  le violenze corporali si sono trasformate in violenze psicologiche ed emotive che poi agiscono in maniera direttamente proporzionale  anche sul corpo  manifestando la “malattia”.L’educazione ha quindi contribuito al sorgere di una società malata non solo a livello fisico ma soprattutto  energetico - spirituale. Per spirituale non voglio intendere nulla di religioso, ma solamente  evidenziare il disorientamento dell’essere umano, l’ incapacità di poter attingere dalle sue forze interiori anziché dipendere da idee di “salvezza” esteriori e inesistenti .La pedagogia bianca dunque esiste, ma non significa che sia diversa da quella nera, di diverso ha solo il colore, la forma, ma la sostanza purtroppo è ancora la stessa ed è giunto il tempo di prenderne consapevolezza, poiché dal momento che si camuffa sotto la veste della buona educazione, come educazione libertaria , educazione alla spiritualità e tante altre , diventa maggiormente pericolosa perché si finisce per credersi liberi, quando invece non sappiamo ancora nulla della libertà.L’educazione infatti,  non è un bisogno del bambino, ma una necessità dell’adulto per  esimersi dalla responsabilità  di svegliarsi. Se tutti fossimo davvero risvegliati e consapevoli circa il vero significato di libertà e liberazione, non sentiremmo più l’esigenza di educare. Purtroppo questa esigenza appare indispensabile quando l’uomo crede di essersi risvegliato , ma non lo è, quando crede di fare la cosa giusta, ma non la fa, dal momento che crede,  egli non si fida più della sua intelligenza, non si fida più delle sue capacità ,della sua saggezza spirituale, del suo intuito animico. Perdendo anche la fiducia nel suo cuore, non si riconosce più e si affida agli altri proprio come fa un bambino e gli altri a quel punto possono fare di lui ciò che vogliono , così come lui puoi fare del figlio ciò che vuole.Questo accade perché  quando pensiamo alla parola libertà essa automaticamente viene associata al  libero arbitrio, come qualcosa che può essere tanto buona, ma anche tanto dannosa; tenterò in due righe di spiegare perché. A causa dell’educazione  e della pedagogia di un tempo , che si sono ripetute di generazione in generazione servendosi della paura,   non abbiamo mai conosciuto la vera libertà, non siamo capaci di vivere in armonia con essa rispettando noi stessi e così anche l’altro. Rispettare se stessi significa affidarsi al proprio se, e a quello di nessun’altro, significa fare la cosa giusta per se stessi, per il proprio amore.La differenza è che mentre l’adulto può salvarsi in tempo, attraverso un’opera di iniziazione e trasformazione della propria coscienza, il bambino non può farlo, diviene una vittima nelle mani della tua ignoranza, della tua cecità, poiché egli non sa estrarre e dividere le cose da se stesso . Per intenderci, parlando del “rispetto”,  il bambino è il rispetto, lo incarna dentro di se, non vive separato dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni, per cui anche se sei un presuntuoso adulto convinto delle tue sciocche teorie , lui ti rispetterà, perché lui è il rispetto, ma la cosa più grave è che crescendo finirà per crederci  e così si perderà.Il mio intento è quindi quello di smascherare ,attraverso la Pedagogia Iniziatica, la crudeltà dell’educazione nella vita contemporanea affinchè  i Genitori possano ricevere un reale aiuto.La Pedagogia iniziatica e trasformativa parte da un concetto molto importante per me, poiché caratterizza il mio modo di essere nella vita di tutti i giorni. Io credo  che riesco a conoscere e a comprendere l'altro  solo dopo che ho conosciuto e ho compreso me stessa,   solo dopo  che ho risvegliato la consapevolezza di chi è l’altro in relazione a me. Aspetti da cui non si può prescindere se si vuole divenire dei genitori consapevoli. Il mio atteggiamento anti-pedagogico e anti-educativo  nasce anche dalla consapevolezza che tutte le teorie educative e pedagogiche, anche quelle che sembrano dalla parte del bambino, sono astutamente manipolative: non esiste una forma più perfetta di sottomissione di quella di cui si concede l’apparente  libertà. In questo modo si riesce a piegare persino la  volontà. Indubbiamente oggi il bambino  può fare ciò che vuole, ma  in verità, gli è consentito di volere solo ciò che l’altro desidera per lui, per il suo “bene”!Menzogna quest’ultima che ci ha fatto perdere e svendere la nostra dignità , ci ha fatto prostituire i nostri valori sacrificandoli per gli altri.  Non possiamo più permetterci il sollazzo di scambiare la verità con la follia. L’educazione, ancora oggi,  continua a dare al bambino l’illusione di credersi saggio, maestro degno di rispetto, ma in realtà il maestro resta sempre l’adulto che lo comanda , il quale a sua volta crede anch’egli di scegliere e di pensare con la propria testa, ma in verità non è  così, siamo sempre scelti e pensati da altri. I nostri pensieri non sono mai nostri.  La nostra  originalità è morta  appena abbiamo iniziato a scoprire di noi e del mondo, è morta quando nel nostro mondo abbiamo  incontrato un adulto che ha iniziato a dirci cosa fare e come,  con la cieca  presunzione di “educare” solo perché convinto di saperne di più. In questo tempo , attraverso le esperienze  vissute sulla mia pelle, prima come figlia e poi come educatrice e insegnante, ho maturato una grande sensibilità verso questo genere di dinamiche manipolative che si instaurano nella relazione  educativa e comunicativa con l’altro e dei suoi effetti nocivi. Tutti i “consigli” che si danno per educare i bambini e tutte quelle dinamiche che essi inconsapevolmente devono subire,  sono un “bisogno dell’adulto”, il quale soddisfacimento non è salutare per la crescita vitale del bambino, ma addirittura nel tempo la ostacola, soprattutto quando noi adulti siamo onestamente convinti di agire nell’interesse del bambino e per il suo bene”.In realtà non stai agendo né per il suo bene, né tanto meno del tuo , ma di quello di qualcun' altro.  L’importanza di  una Nuova Pedagogia Emergente che guarda all’individuo come  essere intelligente, consapevole e responsabile di se stesso,  offrendogli  la possibilità di espandere la propria coscienza circa la sua esistenza, oggi è indispensabile.  Solo così l'uomo potrà prendere le giuste distanze dall'obbedienza cieca. La Pedagogia Iniziatica e trasformativa può definirsi come processo di auto-formazione dello spirito che deve conquistare se stesso attraverso il risveglio del cuore, nell’atto della conoscenza intesa come sapienza universale. La pedagogia iniziatica va quindi considerata come una scienza esoterica dell’educazione.Tale esperienza conoscitiva e auto-formativa si rivolge all’adulto, in particolare ai futuri genitori e a coloro che già lo sono. L'agire educativo non è inteso come trasmissione e acquisizione di contenuti, o come azioni edulcoranti di rinforzo manipolativo, ma come vero e proprio atto di un cambiamento possibile, come tensione verso il continuo superamento dei propri  “ limiti”. La Pedagogia iniziatica e trasformativa unisce scienza, arte e filosofia in una esperienza della vita  attraverso la vita. Natura, spirito e intelletto si fondono armonicamente smascherando i falsi miti educativi e favorendo l’apertura verso il mondo, in termini di serenità , armonia e fiducia, riconoscendo nell’efficacia dell’esperienza la reale motivazione ad agire nel cambiamento.

                    "Non sempre chi sorride è felice.
Ci sono lacrime nel cuore che non arrivano
agli occhi"  

Jane Austen
                                                                Luce <3

 

lunedì 13 giugno 2016

Il bambino è un libro aperto.. se lo leggi ti insegna a volare.

,
"Zia Meditiamo? Ti racconto una storia"
Il Bambino vive nel suo presente, ti insegna a volare, può farti scoprire la verità di un magico mondo: il tuo.
Questo mi ha insegnato il mio nipotino di soli quattro anni, quando in un pomeriggio, mentre ero "scalzata" e seduta nel giardino su di un bellissimo prato verde venne a sedersi vicino a me osservandomi silenziosamente, forse aspettava che io gli dicessi qualcosa, o forse voleva semplicemente che io iniziassi a "sentire" quella pace e quella presenza.
D'un tratto si volta verso di me, mi guarda dritto negli occhi e mi dice: 
"Zia meditiamo un po'? Ti voglio raccontare una storia.."
E' così che ha inizio il mio viaggio nella  meraviglia di un tempo fuori dal tempo, qualcosa di magico,  insieme alla leggerezza di un esserci altrove che, per un momento, mi ha fatto dimenticare chi fossi.
La mia sensibilità verso la sua presenza si faceva sempre più acuta assaporando la piacevole sensazione della  resa al potere della  saggezza dove nuovo e antico coincidono alla perfezione, inizio e fine si incontrano in un unico punto : l'infinito.  
Stare in silenzio con un bambino è la chiave d'accesso per esplorare infiniti mondi.
Più lo ascolto in silenzio e più mi accorgo che divento leggera, mi spoglio di ogni cosa, non sento più di avere un'identificazione con nessuna cosa,  se non nel momento in cui la sua vocina mi riporta nel tempo chiamandomi zia.
"Sai Zia...un giorno io ero una salamandra" e mi mostra il suo gioco animale in plastica
"Questa qui guarda?"
"Ma è meravigliosa!" Rispondo 
"Un giorno lei ha perso la casa e adesso la sta a ritrovare". 
Continuava a raccontarmi mentre sedeva davanti a me ed ogni volta che io prendevo delle pause  mi diceva:
"Meditiamo?" chiudendo con rapidità gli occhi.
Io sorridevo, ma un brivido mi attraversava la schiena, il mio respiro era più profondo e i miei occhi avevano una vista diversa più espansa. A quel punto approfittai di quel suo silenzio malinconico per intuire che qualcosa non andava e sentii di chiedergli se la salamandra ricordasse com'era la sua casa.
"Sì, era un buco nero. Si è perso perchè la sua mamma sta nello stagno a nuotare, vedi?  E' questa tartaruga la sua mamma capito ?" Mostrandomi l'altro animale in plastica.
"Il papà invece era questo leone, vedi lui lo metto qua perchè sta fermo a fare la guardia. Poi, la salamandra però incontra quest'amica...zia fai tu l'amica" e mi mostra un altro animale gioco, era una tigre, così un po' emozionata e anche divertita gli sfioro la manina e gli dico:
"Dimmi..cosa facevo?"
E lui:
"Cosa fai? Tu fai ...." Fa un po' di pausa e poi "L'agguato zi, tu fai l'agguato perchè facciamo che tu ti eri appena svegliata e stavi andando a caccia..così ,capito?" E mi imita la faccia della tigre .
Io sorrido ma intanto leggo oltre la forma delle sue parole qualcosa di speciale, di profondo  che mi connette a vibrare con il suo saggio spirito antico ,bello molto bello, un'emozione unica, ho ancora i brividi mentre scrivo.
Ma lui torna di nuovo a richiamare la mia attenzione dicendo:
"Poi tu sei caduta, anzi facciamo che ti eri addormentata ". Ed io:
"Caspiterina dovevo essere molto stanca". Ma lui con un fare serio e anche un po'spazientito risponde:
"Zi la tigre non si stanca mai è forte. Vedi invece questo grillo che guarda tutto dall'alto come l'occhio di quel' Aquila che poi eri tu." Io scoppio in una grande risata ma allo stesso tempo, meravigliata da tanta saggezza, rimango sbalordita. Così gli alzo la mano per dargli il "batti cinque" come rituale di grande complicità ed esultando esclamo: " Sì zia, ce l'abbiamo fatta!".
All'improvviso si stanca dei giochi, li lascia e si avvicina a me ad osservare i miei piedi scalzi sull'erba, si alza di scatto e mi chiede:
"Zia mi levi ste scarpe?"
Io sorrido di nuovo , gli tolgo le sue scarpe e mi sdraio sul prato dicendo: " Ah ora ho proprio voglia di scaricarmi un po'".
Lui continua per un po' ad osservarmi e poi senza esitare un attimo in più si sdraia vicino a me. La sentivo, la sua gioia fluiva con la mia rispettandola nel silenzio. E' semplicemente magico, sono quegli attimi di verità che spesso perdiamo presi dalla fretta del tempo e dalle cose di un altro mondo, perdiamo la possibilità di godere di queste piccole sensazioni, quelle che restano indelebili , sempre vive e presenti nell'energia dei tuoi pensieri anche quando non puoi essere fisicamente presente. Connettendoti con il pensiero a quegli attimi e innalzando la tua vibrazione sei  sempre con lui e forse anche di più e lui comprenderà la tua momentanea assenza.
 Quello che conta è che quando sei con lui devi esserci nella tua totalità e soprattutto con la mente vuota.
La sua vivacità improvvisa mi richiama presto al suo presente e tutto incuriosito si volta verso di me e mi dice:
"Zia? Ma che vuol dire che ti stai a scaricare?"
Io  mi volto verso di lui e sorridendo cerco di spiegargli nel modo più semplice quanto mi aveva chiesto:
" Vedi amore, ora io e te siamo sdraiati con la schiena a terra, senti l'erbetta fresca?"
"Sì"
"Bene , ora immagina di aver giocato tanto e di esserti stancato , immagina che la tua stanchezza si  trasformi  in acqua e la lasci scivolare dal tuo corpo  dentro la terra così ti senti più leggero e la stanchezza sarà andata tutta via".
"Bello Zia!! Io...ho un'idea? Facciamo che eravamo degli alberi?"
"Certamente".
"Alzati vieni con me, facciamo che io ti portavo davanti a quell'albero di ulivo, quello zi, capito?"
Ci alziamo per avvicinarci all'albero di ulivo in giardino e nel mentre si camminava iniziava a dare le sue istruzioni.
"Allora facciamo che io mi metto così ..tu ti metti così , facciamo che eravamo degli alberi che si specchiano a questo albero".
"Bellissimo!".
Dopo essere stati per un po' in silenzio e immobili davanti all'albero, inizio a raccontargli che noi siamo davvero uguali agli alberi, spiegandogli passo dopo passo tutte le parti del corpo. Lui ascoltando imitava a sperimentare su di se.
Ad un certo punto mi interrompe, quasi preoccupato e mi dice:
"Zia zia..!! E alla testa che cosa gli facciamo fare?"
"La chioma!" Rispondo io. 
"No zi, le foglie stanno alle braccia...facciamo....facciamo... che era.."
E insieme esclamiamo:
"Un nido!!!"
E lui pieno di eccitazione, ed anch'io, per questa nuova scoperta, esulta:
"Con dentro un uovo che se lo apri c'è un piccolo uccellino che fa solo cip cip"
"Geniale !" .Gli lancio il mio ok con il batti cinque e ci abbracciamo felici.
Mi fermo , mi abbasso sulle ginocchia per essere alla sua altezza e lo ringrazio guardandolo negli occhi e tenendo le sue mani. L'amore che fluiva tra di noi in quel momento è indescrivibile, tanto da farmi diventare gli occhi lucidi, ma accortosi che stavo per tirare giù un "lacrimone ", mi riporta di nuovo in un viaggio senza tempo:
"Zia ora trasformiamoci in farfalle e voliamo".
Io rimango nuovamente sorpresa da quella sua "improvvisazione" così calibrata e così essenziale al momento giusto.
Poichè la farfalla è una creatura a me tanto cara, incuriosita gli chiedo:
"Fantastico!!! E perchè hai scelto proprio lei?"
Temporeggia un po' nel rispondermi, poi solleva le spalle inclinando la testa, come a volermi dire, dovresti saperlo e mi risponde:
"Perchè così nessuno la può schiacciare! Capito?"
 Io non sapevo in quel momento con chi stavo parlando, ma sentivo che era bellissimo, semplicemente magico.
Cari genitori, i vostri figli sono creature speciali, sono oro puro se sapete trovarlo,non trasformateli in piombo, non limitatevi alla superficie, non sprecate il vostro tempo nelle cose del futuro, respirate, sedetevi con lui , ascoltatelo, entrate in sintonia e lasciatevi raccontare.
Ho scelto di scrivere questa breve e intensa esperienza con mio nipote di soli 4 anni per aiutarvi a comprendere che un nuovo modo di "vedere"  e crescere la vita è possibile, ma questa possibilità dobbiamo darla prima a noi stessi e ai nostri figli, tutto il resto è solo un surrogato della mente alla merce di un mondo finto.
Sono le sfumature che sai cogliere dietro le cose più semplici, quei piccoli dettagli a cui fai attenzione che ti possono "Illuminare" e fare la tua differenza. Un bambino, istante per istante, ti dona la vita eterna, accede a dimensioni di saggezza che nessun libro, o corso di risveglio possono darti, perchè lì in quel posto,  nel suo posto , ci sei tu , la tua verità. Tutti dovremmo tornare ad essere come loro , piccoli e semplici nel cuore,  forti e saggi nello spirito affinchè possiamo imparare ad attingere dentro di noi, dentro quella serenità che non sente il peso del giudizio di un mondo illusorio che ti vuole alla sua altezza, sempre perfetto, sempre imbottito di nozioni, a quel mondo non basti mai così come sei ..a tuo figlio sì, nonostante tutto. Onoralo, ringrazialo, perchè lui non ti giudicherà mai.
 Abbiate il coraggio di "abbassarvi"all'altezza di un bambino e il mondo si alzerà a voi.
Entra in quel posto magico, ma fallo dolcemente, fallo con garbo e fiducia, portagli del rispetto quando decidi di entrare nella sua casa, chinati , scalzati, spogliati,  e soprattutto chiedi permesso ed entra in punta di piedi, lui ti riconoscerà.
Di teorie ne abbiamo fin troppe da scegliere, la saggezza ti sceglie.
Spero che questo articolo possa indurvi a riflettere e magari anche a provare con vostro figlio una simile esperienza..ve lo auguro dal profondo del mio cuore, perchè oggi la possibiltà di stare realmente con se stessi è davvero poca e credetemi, non vale quanto una seduta di yoga, ma molto ,molto di più.
Così è.
Luce <3