mercoledì 16 novembre 2016

     Educare alla gentilezza: sviluppare una nuova sensibilità.

                               
"Se potrò impedire ad un cuore di spezzarsi
                                  non sarò vissuta invano.
                                Se potrò confortare una vita in pena
                                o lenire un dolore
                                o aiutare un pettirosso in difficoltà
                                 a ritrovare la strada del Nido
                                Non sarò vissuta invano"

Emily Dickinson

 La gentilezza ha purtroppo ancor oggi una scarsa considerazione all'interno della relazione educativa e nella formazione dell'individuo, non solo a scuola, ma anche in famiglia.
 La gentilezza ha assunto sempre di più il colore di una  norma, una sorta di dovere sociale da rispettare, quel "buon costume" da indossare per essere educati alle buone maniere.
E' stato trascurato il sentimento che accompagna la gentilezza,  capace di sviluppare e accrescere la "sensibilità", quale qualità innata dell'individuo che gli permette di percepirsi  nel mondo che lo circonda.
Quando parliamo di sensibilità, dobbiamo fare attenzione a non confonderla con l'empatia. Quest'ultima, appartiene all'emozione e si sviluppa dall'immaginazione, attraverso un processo di immedesimazione emotiva dell'individuo  nell'esperienza emotiva dell'altro in modo da poterla comprendere meglio.
La sensibilità invece è una questione di percezione che definirei  "ultra sensoriale". Essa,  ha origine dal sentimento inteso come "sentire"; questo "sentore" ha la sua origine nel  cuore.
 Per questo è puro e disinteressato. Facendo riferimento ai programmi educativi , la gentilezza può divenire un' abilità da integrare  nelle materie di studio, quale asse portante delle discipline sociali, comunicative, ed etiche.
L'insegnante può aiutare i bambini a comprendere meglio la gentilezza e a saperla manifestare.
Lavorare sulla consapevolezza del corpo e delle emozioni, conoscere l'importanza dell'affiliazione e delle influenze sociali, consente di sviluppare un senso di importanza e di competenza nei bambini.
E' bene accorgersi  che senza la capacità di essere gentili, tutte le altre abilità sociali sono destinate ad appassire nel tempo.
Se in una relazione educativa e nei programmi scolastici trascuriamo l'interesse per la sensibilità e per l'altro, che speranza offriamo ai nostri bambini?
La conoscenza, il successo scolastico e quello personale, se non sono accompagnati dalla gentilezza, possono essere utilizzati facilmente al servizio della crudeltà. 
Bisogna insegnare la gentilezza quale  gesto spontaneo, delicato e per questo disinteressato.
La persona che compie un atto gentile, mette l'accento sul vantaggio di chi riceve, piuttosto che sul vantaggio di se stesso. Se uno fa qualcosa per noi perchè si aspetta di essere ricompensato, probabilmente tale aiuto non verrà considerato come un atto di gentilezza.
Quando un bambino vede piangere qualcuno e gli offre il suo orsacchiotto di pezza, lo fa per alleviargli il dolore e non per ottenere un dolcetto o una carezza sul capo.
A questa condizione la gentilezza ha conseguenze positive per chi la offre; il proverbio cinese " un poco di profumo resta sempre attaccato alla mano che ti dà una rosa", descrive proprio il vantaggio indiretto che si accompagna a questa sensibilità.
I bambini che si sentono accettati, importanti e  riconosciuti come individui è più probabile che tendano la mano al prossimo dando aiuto e sostegno.
Se al contrario si sentono privi di valore e insignificanti cercheranno di raggirare gli altri. I bambini che si sentono rifiutati possono credere di non avere niente da offrire. L'accettazione nutre la gentilezza.
La gentilezza dipende in oltre anche dalla fiducia nelle proprie competenze e capacità. I bambini si mostrano più gentili se credono di poter influire sugli altri e avere un effetto positivo sugli eventi sociali. La stima è dunque, un'altro aspetto fondamentale alla base della gentilezza.
 Non possiamo aiutare i bambini a provare affetto e a prendersi cura gli uni degli altri , se noi per primi non alimentiamo il senso di importanza e di competenza circa questi aspetti e se non ne diamo esempio attraverso di noi. 
Quando i bambini avranno l'opportunità di conoscersi e accettarsi reciprocamente, si assumeranno la responsabilità di prendere decisioni e si sentiranno rispettati dagli altri, allora inizieranno ad emergere nei loro rapporti   affetto e  gentilezza.
Possiamo quindi educare alla  gentilezza come soluzione di un problema; ciò,  non solo porta il bambino a vivere con maggiore armonia e benessere la relazione con l'altro e con l'ambiente che lo circonda,  ma questo tipo di educazione gli permette di sviluppare una sensibilità tale da entrare in sintonia con l'altro attraverso un processo d'intuizione  e percezione che chiama in causa sia risorse fisiche che psicologiche del bambino.
Così un bambino potrebbe offrire come risorsa fisica il proprio pupazzo di pezza e come risorsa psicologica un suo abbraccio; a seconda di come ha valutato il bisogno altrui.
Nella prima azione possiamo scorgere generosità e interessamento, nella seconda una partecipazione sentimentale.  La gentilezza, senza il supporto della sensibilità e del sentimento che essa genera, rimane solo nella mente come definizione più o meno conosciuta di alcuni atteggiamenti ed esperienze vissute; diventa un costrutto di opinioni.
Il primo passo che l'educazione deve fare è accorgersi se la gentilezza si presenta solo come un atteggiamento sociale appreso, oppure anche come sensibilità innata in ciascuno di noi;
il secondo passo è comprendere quali opinioni hanno i bambini a riguardo della gentilezza e sui propri  comportamenti gentili .
In terzo luogo se sanno descriverla ed esprimerla e se riescono ad immaginare  in che modo poter alleviare la sofferenza ad altre persone.
In fine è importante comprendere se il bambino crede che la gentilezza sia un segno di debolezza o di forza, poichè è da questi due sentimenti che si possono sviluppare atteggiamenti come pigrizia o volontà.
Chiedere ad un bambino che cos'è per lui la gentilezza significa porlo nella condizione di formarsi una propria opinione sul significato del bisogno altrui, sulla pertinenza dell'aiuto e, cosa molto più importante, sulla funzione della "compassione". 
Tale percezione non varia con l'età o con la capacità di distacco da ciò che osserviamo come molti credono, ma varia a seconda del grado di sensibilità. Maggiore è la predisposizione del cuore all'apertura verso l'altro , maggiore sarà il grado di sensibilità  percettiva con cui ci si avvicinerà.   Questo genere di atteggiamento, a differenza dell'emozione, non implica una relazione di aiuto, ma di condivisione,  dove non vi è coinvolgimento personale n'è identificazione, ma solamente un "sentire".
I bambini vivono di sentimenti, ossia "sentono",  le emozioni sono solo il risultato della costruzione di comportamenti e credenze sociali, spesso irrazionali, apprese dagli adulti e dalle aspettative che essi vi impongono.
 Una bambina di 4  anni, alla domanda  che cos'è per te la gentilezza e perchè le persone sono gentili con il prossimo, risponde :
"La gentilezza è  quando si aiuta la gente a essere felici e ad uscire dai pasticci. Le persone sono gentili perchè si amano"
Poi chiesi ancora: "Che cosa faresti . per essere gentile con qualcuno, se non ha nessun problema e vuoi farlo felice?" 
"Lo lascerei solo".
"E se vuoi dire qualcosa di gentile a uno cosa diresti?"
"Ciao...si gli direi ciao".
Attraverso osservazioni ed esperienze vissute a contatto con i bambini, ho potuto osservare che coloro che sono stati colpiti da esperienze di sofferenza  hanno una maggiore sensibilità di entrare in rapporto con  il "dolore" dell'altro, si preoccupano meno di se stessi e sono più adatti ad aiutare.
Il ruolo dell'educazione oggi è individuare le abilità relative alla gentilezza e fornire un quadro chiaro dei tipi di capacità  che possiamo favorire e far acquisire ad un bambino nella conoscenza di sè e dell'altro.
Il compito del genitore e dell'educatore è prima di tutto mettere l'accento sull'importanza della sincerità nella gentilezza. Essa è un'atto del cuore, che può velocemente svanire sotto la pressione degli adulti, se cerchiamo di sforzare i bambini ad essere gentili, possiamo insegnare loro a considerarla come un rituale impersonale, qualcosa che si fa perchè gli altri se lo aspettano.
Una gentilezza forzata è un falso dono.
Essere costretti a dire "scusa" o " mi dispiace" è un esempio comune di falsa gentilezza.
E' necessario e indispensabile creare un ambiente che favorisca la gentilezza, qui una grande importanza è rivestita dall'esempio degli adulti nei loro comportamenti, in oltre è importante anche coltivare un ambiente felice e sereno poichè i bambini felici sono più generosi di quelli tristi.
Qualunque cosa facciamo per accrescere il senso del benessere dei bambini, avrà un effetto positivo sul loro interesse per gli altri.
Diversi studi sulla relazione educativa hanno dimostrato che il rinforzo sociale sotto forma di lode può avere conseguenze positive sulla generosità dei bambini, nel periodo compreso tra la scuola materna e la seconda elementare.
Se tale rinforzo è esagerato, i bambini tuttavia possono agire allo scopo di ottenere l'approvazione degli adulti.
E' sempre opportuno guardare noi stessi ed esaminare quale esempio stiamo dando ai nostri bambini, i bambini della scuola dell'infanzia ed elementare, sono influenzati dalle azioni di modelli formativi che mostrano un comportamento gentile.
Il genitore che è altruista nella vita sociale, ma freddo con se stesso e con il proprio figlio, raccoglie pochi frutti quando vuole sviluppare l'altruismo nel bambino; a sua volta,  il genitore che trasmette al figlio i suoi valori in modo formale, come principi puliti ,ma niente di più, realizza in lui solo quell'apprendimento , privo del sentimento utile allo sviluppo della sensibilità.
La gentilezza come forma di altruismo  si apprende meglio dai genitori che lo manifestano nelle azioni reciproche di ogni giorno. Chiediamoci dunque, con quale frequenza mostriamo ciò che crediamo di vedere in loro?
La famiglia e la scuola come contesti educativi possono creare le opportunità affinchè il bambino possa coltivare e accrescere la propria sensibilità al servizio della gentilezza, come qualità prerogativa dello sviluppo  personale- sociale del bambino.
Invece di fare del genitore o dell'insegnante il centro e la fonte della gentilezza, daremo ai bambini l'opportunità di assumersi alcune di queste responsabilità formative, aiutandoli ad apprendere i reali meccanismi della generosità e dell'aiuto. Così facendo si accresce la loro competenza personale e la fiducia in se stessi, cominciando a contare gli uni sugli altri.
Possiamo agire su una situazione, in modo che fornisca loro l'occasione di mettere in pratica aspetti della gentilezza, invece di assumere la direzione della maggior parte delle situazioni, cercheremo i modi per coinvolgere i bambini.
Se ad esempio un bambino ha bisogno di aiuto, incoraggeremo un'altro a rispondere al posto nostro.
La gentilezza non è tanto una questione di apprendimento , quanto piuttosto  una questione di scoperta della propria sensibilità . Il compito dell'educazione è insegnare ai bambini a percepirla, ascoltarla e manifestarla.

ALCUNE TECNICHE E ESERCIZI PRATICI PER VOI! :)

CONOSCERE SE STESSI: (rivolto all'adulto)
"Le persone che vi hanno formati"
Trovate un luogo tranquillo, in cui pensare senza essere disturbati, rilassatevi e lasciate che la vostra mente ritorni indietro all'infanzia. Cercate di ricordare qualcuno  che è stato davvero importante per voi, qualcuno che ebbe cura di voi e vi prodigò amore e attenzione.
Cercate di immaginare che questa persona si prenda cura di voi.
Quali sentimenti provate?
Ora tentate di ricordarne altri che contribuirono alla vostra formazione quando siete diventati più grandi, forse erano insegnanti , parenti o leader di gruppi giovanili. Cercate di ricordare che aspetto aveva ciascuno di loro e quale contributo ha dato alla vostra vita.
Su un foglio di carta elencate i nomi di queste persone in ordine cronologico e a destra di ogni nome descrivete quale effetto ha avuto su di voi.
In fine esaminate questa lista di effetti. C'è una continuità dall'uno all'altro? Ci sono nella vostra vita degli spazi vuoti durante i quali non è emersa nessuna persona speciale? Sono apparse altre al momento giusto per voi? Se tutte queste persone si trovassero insieme nella stessa stanza, che cosa direste loro?

ALCUNE ATTIVITA' PER FAVORIRE LA GENTILEZZA DISINTERESSATA A SCUOLA

(Per bambini dai 4 anni ai 7) Omaggio alla Natura

Scopo: Aiutare i bambini a comprendere la gentilezza e a offrire affetto, soprattutto quando si rivolgono alla natura. I concetti chiave sono: gentilezza, aver cura, natura.


Collocazione:Gruppo allargato in un luogo sicuro all'aperto

Materiali: Occorrenti per eventuali decorazioni: colori , cartoncini , fili di lana ecc

Attività: Discutete l'idea che le persone possono essere gentili con la natura, come con la gente, individuate quanti più casi potete, ad esempio conservare pulita un'area di un bosco, oppure non cogliere fiori selvatici affinchè tutti li possano vedere e goderne. Dite ai bambini che conoscete un'attività che darà l'oro l'opportunità di essere gentili con la Natura . Quindi anche con se stessi,
Scegliete di rendere omaggio a qualche elemento della natura, come un'albero, una roccia,  una pianta, la terra , un laghetto. Ciascun membro del gruppo cerchi qualcosa a suo parere interessante, per onorare l'oggetto. Fate sedere i bambini  intorno o vicino all'oggetto  e incoraggiateli a parlarne, mettendo l'accento sugli aspetti che apprezzano e amano di più e a ringraziare. Successivamente i bambini possono avvicinarsi ad esso e attaccarvi gli ornamenti, o porli vicino. Quando tutti hanno finito cantate intorno all'oggetto in segno di ringraziamento oppure fate un gioco intorno ad esso.

La gentilezza è la lingua che
 i sordi possono sentire
e i ciechi possono vedere

Grazie!!!!      


Seguitemi sempre sul blog!!  Luce <3

martedì 13 settembre 2016

Essere genitori oggi: un'arte in divenire.

Oggi i genitori vivono cambiamenti storici, sociali e culturali  davvero vorticosi, il sistema normativo di riferimento si sgretola, la struttura familiare si sta modificando molto velocemente, i rituali e le credenze religiose non consentono all'individuo di sviluppare sicurezza e fiducia verso se stesso e il mondo circostante.  Le Scuole sono centrate tutte sull' acqusizione di nozioni e vecchi ideali che non fanno altro che ripetersi nel tempo e ricreare il passato in veste  diversa. Anche l'economia e il lavoro costringe l'uomo a sorreggere dei ritmi stressanti, creati di proposito per indebolire la  voglia di ricerca, di comprensione , attenzione e dedizione alle piccole cose.  Tutto cammina velocemente e ad ogni passo ci lasciamo rubare il  presente.   Molti genitori hanno perso il contatto visivo con i propri figli; no sono più in grado di ascoltare , non sanno più comunicare con loro , non danno la giusta attenzione al proprio corpo e ai suoi movimenti. 

Quanti sono oggi i genitori che quando si trovano a parlare col proprio piccolo fanno attenzione ad abbassarsi sulle gambe, a guardarlo negli occhi, a fare delle pause e a modulare il tono della voce? Quanti educatori hanno il tempo di ascoltare le esigenze di ogni bambino allo stesso modo e in uguale misura? Pochi, ancora molto pochi, e questo perchè l'intera vita è solo una corsa dietro il tempo, è una continua lotta alla sopravvivenza pur di riuscire ad avere tutto in una mano, senza accorgersi che nelle nostre mani abbiamo già tutto. Abbiamo una vita intelligente che abita dentro ciascuno di noi, si nutre di noi e cresce con noi. 

Questa vita si chiama Dio e si esprime  attraverso la tua capacità di comprendere te stesso in relazione all'altro e alla tua esperienza di vita, trasformare se stessi cercando di migliorarsi è la forma d'arte più sublime verso cui l'uomo è chiamato, accettare le proprie responsabilità, cercare nuove e migliori soluzioni, affrontare la vita ogni giorno con amore incondizionato è arte.
Diventare genitori consapevoli è riscoprirsi un vero artista.
 Spesso i genitori si trovano a prendere decisioni pedagogiche in solitudine e in maniera del tutto affrettata, come conseguenza di una grande dispersione emotiva dovuta allo scollamento dalle vecchie strutture che più non si adeguano all'evoluzione della loro coscienza. Viene sempre meno la presenza di un vero paradigma educativo socialmente legittimato, capace di sostenere, indirizzare e formare il genitore.L' Obiettivo è quello di offrire l'opportunità di una serie di tecniche  da conoscere,  apprendere ed applicare nella vita di tutti i giorni ; una serie di nozioni e consigli pratici che possano essere di concreto e reale aiuto alle famiglie e al singolo individuo consapevoli del fatto che "essere genitore" non è solo un ruolo, ma una forza, un'opportunità e un dono per creare una nuova umanità.
Questo non significa voler sminuire le competenze di un genitore, o ritenerli incapaci di educare i propri figli, ma al contrario arricchire e sviluppare le proprie potenzialità di cui molti sono ancora inconsapevoli .
Non abbiamo più nostalgia del passato, ma la consapevolezza che dal passato si puo' imparare. Imparare significa cambiare, accettare la sfida delle proprie responsabilità per divenire originali, per creare e ricrearsi il diritto di fare il meglio possibile per se stessi e per i propri figli, i figli di una nuova umanità.Il compito del genitore appare sempre più complesso e impegnativo e molte volte difficile perchè la società in cui viviamo diventa sempre più complessa, ricca di continue richieste, aspettative, valutazioni e giudizi. L'obiettivo non è  far diventare i genitori degli educatori perfetti, questo accumulerebbe solo ulteriori stress e senso di inadeguatezza; ma quanto più educatori consapevoli, artisti della propria vita .

Genitori si nasce, siamo tutti creatori, ma non tutti ne sono consapevoli e questa consapevolezza è un'arte da riscoprire dentro se stessi per divenire dei veri creatori.  Crescere una vita è un'arte, un intervento delicato, sensibile, attento, oculato che richiede tanta energia e crescita personale. L'arte nasce dal coraggio di mettere al servizio del neofita il frutto della propria esperienza soggettiva, che è poi quella evolutiva di ciascuno. Saper dialogare, saper ascoltare, saper intuire e imparare a discriminare anzichè giudicare sono tra i più importanti obiettivi pedagogici che , vi auguro, ciascuno di voi possa fare propri. 

Luce <3


domenica 10 luglio 2016

Creare o Desiderare?

       Creare o desiderare? La coscienza si muove in un sogno chiamato realtà.

Quella che noi chiamiamo realtà non è altro che lo stato di coscienza con cui riusciamo a percepirci nella capacità di trasformare lo stato attuale delle cose. Come? Innanzitutto cominciando col trasformare noi stessi passando dal desiderare al creare. 
Desiderare è anelare ad una possibilità di cambiamento esperienziale che è insito nella natura dell'uomo e ne caratterizza il suo processo di crescita evolutiva, di conoscenza nei termini più ampi, compresi quelli di spazio e tempo.
In parte questo desiderare è positivo in quanto segna l'inizio di una presa di consapevolezza rispetto alla situazione attuale che spinge verso il nuovo, ma nulla può dirsi davvero nuovo se non è supportato dalla coscienza. 
La vita è un sogno lucido continuo, accorgersi di questo significa abbandonare ogni forma di illusione per entrare nella realtà cosciente, significa muovere questa stessa coscienza e il nostro corpo in spazi e tempi infiniti ed eterni. Il desiderio è l'illusione di tutti i tempi, principalmente di quello futuro, ci allontana dalla possibilità di abbracciare l'incertezza  e di fidarci delle nostre capacità. 
Il desiderare ci imprigiona nell'infelicità del presente, non ci permette di cogliere e leggere il vero significato di ciò che stiamo vivendo e  perchè lo stiamo vivendo. Il Desiderare ci allontana dalla Natura non ci fa accettare lo scorrere delle cose,  non ci permette di  fluire con esse, ma solo di fuggire. L'universo si muove ogni giorno verso di noi, per aiutarci , sostenerci, accoglierci, trasformarci , espanderci e  quindi per realizzare noi stessi, ma noi, presi dalla smania del desiderio, non ne siamo coscienti, no ci accorgiamo che tutte le esperienze che si ripetono in una continua ciclicità sono delle infinite possibilità per creare e ricrearci all'infinito , quanto e come vogliamo scegliendo più direzioni, scorrendo con il tempo e non più  per il tempo.
Il desiderio è mancanza, crea nell'individuo l'aspettativa non solo verso ciò che desidera, ma cosa più grave verso se stesso . Tali aspettative reimmettono l'individuo in un meccanismo di tempo lineare che guarda dietro le sue spalle sognando un futuro, senza mai accorgersi di passare "attraverso" un presente.
Tutto questo genera ansia, insoddisfazione e soprattutto la sensazione che il tempo da un momento all'altro possa finire e non essere riusciti a realizzare ciò che si desiderava.
Creare è entrare nella vera ricchezza, è attraversarsi e attraversare tutti i tempi in uno, creare è scorrere col tempo al di là del tempo, dove non esiste una fine, ma una possibilità che ciclicamente si ripete e che è lì poichè  è l'unica cosa che hai davvero  desiderato. Creare è immaginare coscientemente per poi agire, decidere, scegliere, cambiare , in una parola spostarsi.
 Creare è fare nonostante tutto, così come fa la Natura, nonostante l'uomo.
La realtà non è altro che la creazione di un sogno cosciente di cui l'uomo si serve  per agire nel presente e per godere di esso subito. 
Buone riflessioni.  Luce <3

lunedì 4 luglio 2016

Workshop esperienziale Centro ENZEB : Il Cantiere nell'orto








Educare Naturalmente si può: costruiamo una nuova Consapevolezza.

Un'esperienza tra Natura e Cultura Presso il Centro EZEBEN di Montesilvano
Grazie di cuore a tutti i collaboratori ideatori di questo grandioso progetto e a tutti I partecipanti, in particolare ai bambini protagonisti speciali e bravissimi di questa esperienza.
Luce <3

La didattica del "costruire" : Educare Naturalmente si può

Basta solo la Conoscenza o è necessaria la Consapevolezza?

Educare Naturalmente è possibile, ma solo la conoscenza non è più sufficiente se non è supportata da una buona dose di consapevolezza, mi rivolgo in particolare ai genitori oltre che agli educatori.
La responsabilità della crescita di un bambino e le scelte che essa comporta sono prerogativa esclusiva dei genitori e di nessun altro. Avete il Sacro e inalienabile diritto di scegliere liberamente di far crescere vostro figlio nel modo migliore, autentico, libero e soprattutto felice e in salute. Spesso la vita dell'uomo civilizzato, il sopravvento della tecnologia e tantissimi altri condizionamenti dell'ambiente famigliare e sociale, costringono l'essere umano a rinunzie e restrizioni che gravano in maniera preponderante sullo sviluppo naturale del bambino. I bambini oggi vivono molto lontani dalla natura e questo significa allontanarli da se stessi, dalle proprie origini e dalla propria ricchezza.
Oggi sono pochissime le occasioni e gli spazi naturali offerti al bambino per entrare in con-tatto con la natura, si riducono spesso solo in piccoli momenti di gioco fini a se stessi o tutt'al più utili all'adulto.
Tra infanzia e natura esiste un legame speciale, ma pochissimi adulti ne sono davvero consapevoli.
La natura, così come il bambino è in continuo movimento, fluisce , si trasforma e si ricrea in una ciclicità infinita.
La Natura è ANIMATA, possiede un' immanenza spirituale dentro e intorno a se. E' sempre viva, anche quando sembra ferma.
La natura non si adegua, fa ciò che deve, ciò che è giusto: esprime e manifesta il suo principio vitale in un divenire continuo.
E' l' ANIM-AZIONE che risiede in tutte le cose e che permette al bambino di conoscere e conoscersi.
Stiamo assistendo ad un impoverimento della forza vitale a favore di quella razionale che avrà come risultato l'insorgere della malattia intesa come scissione tra corpo -anima e spirito. Nell'età adulta tale disagio si manifesterà nell'incoerenza tra tra ciò che siamo dentro  e ciò che abbiamo costruito fuori.
E' indispensabile  custodire l'energia vitale della natura tutta, compresa quella dell'individuo, non solo per garantire una crescita consapevole, ma anche per preservare l'originalità delle intelligenze. La didattica del costruire deve guardare all'educazione come arte attraverso cui l'individuo costruisce la propria natura unica e irripetibile.
Toccare, osservare,  sperimentare e quindi vivere la natura significa toccarsi ,osservarsi e sperimentarsi: viversi naturalmente.
La Natura è lo specchio della nostra parte più pura, incontaminata e quindi selvaggia. Questo non significa che la natura è disordinata, caotica e incivile, ma al contrario significa che è intelligentemente pre-ordinata ed auto-organizzata.
E' importante che il bambino possa fare esperienza serenamente e in  un ambiente naturale. E' attraverso l'esperienza , fatta di (osservazione-azione e comprensione) che il bambino sviluppa la sua conoscenza.
Dalla conoscenza di se stesso, di una Natura che si dispiega nella Natura, il bambino sviluppa autonomia, sicurezza e fiducia, imparerà a scegliere senza farsi condizionare, imparerà il discernimento piuttosto che il giudizio, manifesterà dunque la propria originalità senza lasciarsi condizionare.
E' da qui che inizia a formarsi il suo carattere non dai geni, quest'ultima è una visione errata e inconsapevole che limita la possibilità del bambino di essere diverso , di poter cambiare,  di poter rompere gli schemi della monotonia nel nostro pianeta.
Si cade vittime del giudizio e dei condizionamenti quando non si conosce la propria natura, quando da bambini si cresce nell'insicurezza e nella paura, così l'intelligenza non potrà mai totalmente manifestarsi. 
Educare naturalmente promuove una maggiore diversificazione delle intelligenze, rispetto ad una monotona conservazione ed omologazione di false identità create dal mondo civile e innaturale.
L'obiettivo è quello di promuovere un'educazione che si costruisca naturalmente a partire dagli elementi più semplici, vivi e animati: I genitori, il bambino e l'ambiente.
Il concetto di natura è andato via via restringendosi e con esso anche la nostra anima.
Spesso lavorando con i bambini mi accorgo che i loro genitori temono la natura. La maggior parte dei bambini ha il terrore di sporcarsi e di conseguenza sono refrattari all'esperienza, la giudicano ancor prima di viverla e sentirla. Diventano vittime di una conoscenza distorta e irreale mettendo in atto meccanismi di sfiducia e insicurezza.
Immaginano di vivere l'esperienza , ma non la vivono poichè si fidano più del giudizio del genitore che dei loro reali sentimenti,  in realtà non li conoscono e quindi hanno paura. Questo è del tutto innaturale e a mio avviso dis-educativo. 
Le paure degli adulti comportano un iper -protezione che impediscono ai bambini di fare esperienza dei propri sentimenti e di crescere comprimendone le energie più preziose per lo sviluppo di importanti facoltà.
Prima di ingegnarci a dare delle lezioni dovremmo assumerci la consapevolezza e la responsabilità di guarire le "malattie spirituali" di figli prigionieri di un ambiente artefatto.
Una didattica del costruire secondo natura è fondamentale non solo per ricondurre il bambino alla propria natura, ma anche per sviluppare in  esso  le conoscenze scientifiche, logico-matematiche e linguistiche attraverso le forme , gli spazi, e gli elementi naturali. Realizzare il mattoncino  con elementi naturali avvicina il bambino alla conoscenza della geometria oltre che della scienza naturale.
Alla base della didattica del costruire c'è l'idea di natura come un insieme. Attraverso la comprensione della natura il bambino comprende che tutto è  magicamente connesso nel nostro pianeta. Possiamo paragonare questo insieme ad una tela, all'interno della quale ogni particolare è un ricamo capace di creare un tessuto magnifico.
Riconsegnare il bambino alla natura è possibile e lo si può fare sin dalla più tenera età.
Il bambino costruisce la propria conoscenza muovendo il corpo nello spazio e in relazione alle cose.
La prima forma di comunicazione del bambino avviene attraverso il corpo che non è ancora una "macchina biologica" come quello dell'adulto, ma uno "strumento" di interazione intelligente.
Questa è l'Era del "bambino accelerato", non solo nei tempi di sviluppo, ma anche negli atteggiamenti e nei comportamenti.
Il fattore tempo ha preso la centralità rispetto al fattore umano, si "vive" in funzione del tempo piuttosto che dell'individuo e in maniera del tutto accelerata crescendo così una società di impazienti e insoddisfatti.
La Natura, come ben sappiamo, segue un tempo ciclico e lento che aiuta il bambino a rallentare, gli consente di potersi fermare, osservare,  ascoltare. Gli insegnerà a saper attendere, ad essere paziente, ad affidarsi e ringraziare.
Credere in noi stessi e nel potere della nostra natura è il primo passo consapevole per costruire un'educazione naturale.
Questa è la sfida più grande in cui possiamo riconoscerci.
Luce <3

mercoledì 22 giugno 2016

L'amore è un dono


         Sei sicuro di amare davvero tuo figlio?  Le 5 cause che impediscono di                    educare con amore.


E’ indispensabile amarsi, l’amore è un dono che cresce dentro se stessi,  tutti sappiamo che esiste, ma ancora pochi sono quelli che lo conoscono davvero.
Accorgendoti di essere amore, conoscerai l’amore e l’altro non potrà che beneficiarne .
L’amore non nasce con l’uomo, l’amore è la vita che scorre nell’uomo,  è  l’energia vitale che permette alla vita stessa di manifestarsi e lo fa in maniera naturale e del tutto incondizionata.
Recuperare la capacità di sentire e percepire l’amore più che cercare di comprenderne il significato  è  il primo passo da fare per garantire a tuo figlio una crescita armonica , serena e soprattutto sincera.
Ciascuno di noi viene alla vita per essere felice e per godere della bellezza della sua natura e invece si ritrova ad essere infelice, malato e depresso in un mondo del tutto "innaturale".
 “Vivere” la vita con ansia, insoddisfazione , pessimismo, schiavi del senso di colpa, schiavi di un consumismo sfrenato, schiavi delle paure non  è affatto naturale. 
La natura fluisce nell’ armonia e nella bellezza della sua creazione senza cercare di modificare nulla ed è autosufficiente.
 La Natura è madre di se stessa. Sa già cosa è giusto fare e lo fa per amore.
Tuo figlio ha sempre un buon motivo per fare quello che fa, soprattutto ribellandosi con i suoi capricci,  comprendilo e ridimensiona il giudizio e le “tue” convinzioni.
Educare con amore non è un modo di “educare” è un modo di essere.
Il grande errore dell’educazione dal passato ad oggi è stato quello di trascurare  dei principi fondamentali  insiti nella natura dell’essere umano.
 Conoscere e fare propri questi principi significa avere una nuova visione pedagogico- educativa  che rispetta la libertà dell’individuo e quindi della vita stessa.
 Rispettando tali principi diventi un genitore libero di abbracciare un tuo personale modo di educare secondo “natura”, senza lasciarti condizionare dai falsi miti e principi filosofici educativi.
Il primo principio da rispettare secondo “Natura” è la felicità.
Essere felici e vivere in un ambiente felice è un diritto inalienabile e sacro dell’essere umano. Dobbiamo garantire a nostro figlio la possibilità di vivere in un ambiente felice , sano ed equilibrato.
Bambini su cui abbondano comprensione, ascolto, amore , sincerità e contatto, sono adulti più pacifici, più felici, non predisposti ad atteggiamenti di vittimismo con l’altro .
Sono adulti capaci di agire e non limitarsi a reagire, sono adulti liberi di essere se stessi senza il bisogno di ricorrere a  maschere a seconda della situazione. Saranno adulti che non avranno sviluppato nessun tipo di dipendenza  nel rapporto con se stessi e con l’altro. 
Saranno quindi adulti leali e forti,  fieri  dei propri limiti quanto delle proprie potenzialità.
 Il bambino, principalmente nei primi sette anni di vita, impara per imitazione. Più che interessarsi all’ ascolto è interessato ad imitarti, anche perché, soprattutto nella fase della prima infanzia, il senso a cui il bambino è più facilmente esposto è la vista, anche se la sua conoscenza esperienziale col mondo passa attraverso il gusto.
Non puoi più prescindere dall’ osservare te stesso e dal porre attenzione ai tuoi comportamenti. Non ti è più concesso il tempo di rimandare la responsabilità con te stesso,  il tuo guardiano è alla soglia e ti conta i minuti, non puoi fare più finta di non saperlo.
 Questo  significa non limitarsi a dare l’esempio, ma iniziare ad esserlo.   
Se vuoi che l’altro ti comprenda e ti stia ad ascoltare davvero è indispensabile che tu parli ad esso attraverso ciò che sei.  Ti è richiesto dunque un grande coraggio per “educare” con amore e in piena libertà: massima coerenza tra ciò che richiedi e ciò che sei davvero. 
Questa è la base per instaurare una relazione educativa d’amore basata sull’ onestà e il rispetto.
 La verità ti renderà libero.
Educare con amore è lasciare libero tuo figlio di essere ciò che è, significa smettere di reprimerlo inconsapevolmente.
Il bambino è un seme e il genitore la sua terra, un  figlio necessita di un terreno fertile da cui egli possa trarne il giusto nutrimento per sbocciare  e manifestare le sue qualità alla vita, così come sono,  senza la presunzione di modificarle. Il bambino quando nasce è un essere puro e divino , è perfetto, incontaminato, il tuo compito di genitore dovrebbe essere quello di proteggere la sua vera  natura,  piuttosto che servirti di falsi miti  per reprimerlo.
Spesso , in maniera del tutto inconsapevole, non si permette al bambino di manifestare il suo principio vitale e istintuale .
Al bambino non glie è permesso di piangere, di arrabbiarsi e soprattutto di ribellarsi. Il bambino deve imparare solo ad obbedire a non far arrabbiare il genitore. Ma che cosa fa scaturire davvero questa rabbia nel genitore quando il figlio vuole far valere un proprio “capriccio” ? Tutti rispondereste: 
"la maleducazione, l’ho viziato e adesso è un maleducato".  Oppure: " Io sono il genitore , quindi comando io". O peggio ancora  sciocchi giudizi come: " è il carattere, è ribelle è cattivo, non sembra mio figlio." 
Queste sono di solito le risposte più comuni della stragrande maggioranza dei genitori. Siamo sicuri che possa dipendere davvero dal fatto che crediamo che quel bambino, per di più nostro figlio, sia davvero cattivo, davvero ribelle o davvero aggressivo?
 E cosa peggiore delegare la propria responsabilità  ad una questione di genetica caratteriale ? Quindi sarebbe come a dire: “Io non posso farci nulla è il suo carattere, quindi non ha speranza di poter essere qualcosa di più. 
Tutto questo è pura follia.
Follia che ammazza la libertà dei vostri figli, togliete loro la possibilità di rimanere se stessi , ma ancor peggio non capite che il problema in verità è in voi. Non capite che lui vi rimanda solamente dei feedbeack  affinchè possiate 
accorgervi che siete vittime addormentate nella convinzione di essere liberi. 
Vi sto dicendo  che i vostri figli vi stanno donando la possibilità di liberarvi, di guardarvi dentro e di iniziare a svegliarvi. 
Se non ti accorgi di tutto questo, educare  diviene soltanto un altro dei tanti modi per tenere a bada il principio vitale, il risveglio e la verità , continuando a tenerci schiavi di una libertà illusoria.
Per principio vitale intendo l’energia creativa che si manifesta attraverso l’amore, infatti se nella nostra terra, che sono i nostri genitori e l’ambiente familiare viene a mancare  questo fertilizzante non vi è creazione quindi la vita muore.
Un altro principio fondamentale “naturale” è l’amore puro, incondizionato. Donare amore in maniera incondizionata significa essere amore . 
La chiesa e le religioni hanno inventato il mito della sofferenza per svuotarci della nostra energia vitale . Da secoli, sono riusciti a farci credere  che l’amore sia qualcosa fuori di noi, un sentimento  da “meritare” , proprio come una ricompensa. Infatti sei nato peccatore e se vuoi l’amore, ossia la salvezza, devi pentirti e quindi sacrificarti .
L’amore non è una ricompensa , non è la salvezza prossima ad un giudizio. L’amore è molto semplicemente la libertà di essere ciò che si è.
Il vero viaggio nella  vita inizia quando abbiamo la libertà di poter essere ciò che siamo senza paura di sbagliare. La natura è perfetta così com’è, non esistono sbagli o errori.  La natura è perfetta nella sua imperfezione.  E’ dal caos che si è creato l’ordine cosmico.
 Il bambino è un piccolo cosmo , porta con se una saggezza che, se sai ascoltare, ti guida in mondi misteriosi e sconosciuti: te stesso.
Devi solo darti fiducia.
Spesso si ha paura di scoprirsi sbagliati, si ha timore di essere se stessi, diversi da come gli altri ci hanno pensati. Si ha paura di vivere,
di sentirsi felici e meritevoli. Si ha paura di ribellarsi.
 L’educazione familiare,  soprattutto l’influenza di quella patriarcale, di cui oggi ne subiamo ancora il forte condizionamento, ha condannato l’amore al sacrificio, relegandolo a sua volta al senso di colpa.
 Questo modo di intendere l’amore nella relazione educativa è molto nocivo alla crescita e allo sviluppo di tuo figlio , e lo è anche per te.
 E’ un modo per creare la vittima e il carnefice, il quale a sua volta diventa vittima del senso di colpa in un circolo vizioso  che si  ripeterà senza più fine. 
Così facendo non ti accorgi che ti perdi  la  possibilità di conoscerti e sperimentarti come essere intelligente, responsabile e consapevole capace di scegliere liberamente come amare e crescere il proprio figlio.
 A volte la presunzione di essere solo degli adulti, non giustifica il fatto di essere più saggi di un bambino . 
Questo atteggiamento  non ti porterà da nessuna parte.
 Arriverà un giorno in cui anche tuo figlio crescerà e si chiederà il motivo della sua esistenza e quando lo scoprirà sarà già diventato adolescente e non ti riconoscerà più.
 Ti accorgerai che l’educazione come l’hai sempre percepita non è mai stata utile e necessaria davvero  alla crescita di tuo figlio, ma solo un tentativo per  tenere a bada le tue insicurezze e la tua paura di fallire.
 Entra in sintonia con l’amore,   affidati ad esso e tuo figlio non avrà bisogno di alcun consiglio, di alcun comando ,  di alcun ricatto, ma solo di essere in qualche modo sostenuto e incoraggiato.
Anche evitare i suoi fallimenti, intromettersi cercando di fare “la cosa giusta”  e dando dei “consigli” è del tutto innaturale e diseducativo.
In primo luogo perché la maggior parte dei genitori danno consigli solo per se stessi, solo perché hanno paura che un giorno saranno giudicati sbagliati dai propri figli. Non c’è pensiero più idiota ed ignorante di questo. Come puoi anticipare la visione di un futuro che non esiste e pensarlo solo in base alle tue paure anziché in relazione alla realtà delle cose che è fatta del presente? Occupati di costruire e accompagnare la crescita di tuo figlio oggi nel presente , non potrà fare  altro che  ringraziarti.
 Lui è nato per insegnarti l’amore e liberarti dal giudizio, quindi rilassati.
 E poi, vale più la preoccupazione di un tuo giudizio che  la libertà di tuo figlio? Come puoi dire di amarlo?
In secondo luogo  è attraverso l'esperienza dell' "errore" che il bambino conosce se stesso e diviene attore e creatore del suo mondo.
Insomma ci rendiamo conto di quanta spazzatura portiamo addosso, parliamo di amore ed altruismo  , ma siamo solo degli egoisti , diciamo di pensare al bene dei nostri figli, in realtà pensiamo solo al nostro.  
Ora cerchiamo di conoscerci più da vicino e di comprendere quali sono le reali cause che entrano in gioco nella relazione educativa con i nostri figli che non ci permettono di educare con amore e nel rispetto della sua libertà:

1.     Il Vittimismo e l’insicurezza: (due facce della stessa medaglia)


La prima causa principale è che siamo “vittime “ di una credenza religiosa che inconsapevolmente ci vuole giudici severi della nostra vita.
La religione avrebbe dovuto insegnare l’amore e non il perdono,  la dedizione e non il sacrificio,  la verità e non la menzogna.
Se lo avesse fatto, ci avrebbe reso consapevoli del “potere”  che portiamo dentro e intorno a noi.  La religione ha creato così solamente una società malata, all’ interno della quale , l’individuo vive se stesso in un continuo stato di imperfezione che si manifesta in una continua tensione verso la ricerca di un completamento di se. Tutto questo dunque genera un sentimento di inquietudine e insoddisfazione, sfiducia verso se stessi e insicurezza . Crescendo quindi, il bambino diventa sempre più  “dipendente” dalle situazioni esterne di ogni genere, sia emotive che comportamentali.
Questo genere di “espressione sacrificale” della natura dell’umo si ripercuote principalmente sul suo modo di relazionarsi con l’altro,  nelle dinamiche familiari l’educazione ha preso il posto della religione e invece di occuparsi della crescita dell’individuo nella sua integrità si inizia a “preoccupare” del suo futuro e di cosa sarà bene o male per lui, dimenticando il suo benessere nel presente.
 Se si fa vivere al proprio figlio l’amore puro,  dentro e intorno a lui, se gli si permette di conoscere  e sperimentare la vera devozione verso la vita, di entrare in connessione con la propria natura imparando ad ascoltarla e a fidarsi di se stesso, insomma se ci accorgiamo che ciò che fa crescere nostro figlio non sono le convinzioni che abbiamo, ma quanto siamo realmente in grado di amare, senza paure e in maniera del tutto incondizionata, allora, solo allora, si sta amando. 
E' necessario non avere paura del fallimento.
Se non molli l’attaccamento per la sopravvivenza e non ti decidi a vivere, a sentirti ricco dentro di te, non puoi crescere un’altra vita. La vita che porti dentro è ricchissima, è un dono e se ne fossi consapevole davvero comprenderesti che nessuno sopravvive, solo i tuoi sciocchi pensieri continuano a farlo.
 Il bambino assorbirà da te ogni cosa, sentirà addosso una responsabilità di una paura che non è la sua, quindi per favore,  prima di mettere al mondo una vita, pensaci, pensa di essere tu stesso vita.
Se ti limiti e ti arrendi a un tipo di coscienza  povera, precaria e vittima delle sue insicurezze,  non mettere al mondo un figlio perché così come gli hai dato la vita glie la togli . Non parlo solo di benessere economico, parlo soprattutto di benessere emotivo e mentale. 
Ci sono famiglie che pur avendo una vita agiata, vivono sempre in un clima di precarietà,  di sfiducia e di sopravvivenza, come se l’avere fosse più importante dell’essere. Vivere significa smetterla di preoccuparsi per ogni cosa e sostituire la predica e la lamentela verso i propri figli in comprensione, aiuto , pazienza e amore.
 Tuo figlio quando viene al mondo ci viene per vivere e non per sopravvivere.   L’universo questo lo sa  perché a differenza di te, si occupa dei suoi figli, li ama incondizionatamente,  così come ama anche te, ma non te ne sei ancora accorto.
Gli atteggiamenti di vittimismo , di debolezza e insicurezza, alterano la relazione con tuo figlio. 
Quello che sto per dirti è più semplice di quanto immagini: non è quello che vivi nella tua vita che fa la differenza , ma come la vivi; lo spirito e l’energia che ci impieghi affinchè si realizzi ciò che è .
Ti chiedo quindi di lasciare andare la spasmodica mania di controllare tutto ,  impara ad affidarti a te stesso e alla forza dell’amore .
Lo so, non è un gioco da poco , ma basta crederci ,  basta accorgersi di voler cambiare, partendo dal modo in cui ci atteggiamo e portando attenzione alle  cose che diciamo.
Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra parola, come i nostri pensieri e le emozioni che ne derivano, tutte insieme, creano la nostra realtà e che ci piaccia o no siamo noi i responsabili di ogni cosa.
Dio ti ha dato la fede, usala, anziché aspettare che un giorno ti venga a salvare. Sei salvo , ma non lo sai.
Parliamo di amore ed altruismo  , ma siamo solo degli egoisti, diciamo di pensare al bene dei nostri figli, in realtà pensiamo solo al nostro.
L’amore è un’altra cosa, inizia dal comprendere l'ingiustizia di crescere nella menzogna. 
 La Natura nasce madre , non ci diventa, non vive per i suoi figli. 
La Natura vive per essere madre. Hai tanto da imparare dalla natura, “Madre”. La Natura non mente mai è sempre sincera e giusta.
 Lasciare il bambino libero di vivere le proprie esperienze, soprattutto sbagliando, è amare la vita e fidarsi di essa. In fin dei conti è proprio attraverso l’apprendimento per errori che si cresce e si da la possibilità al proprio figlio di essere sicuro di se autonomo e indipendente.  
La sicurezza parte dalla conoscenza di se stessi, questa conoscenza esige libertà di dispiegarsi senza essere anticipata o direzionata.
 La vera sicurezza però deve partire prima verso te stesso.
Se tuo figlio avverte che sei un genitore insicuro perde l’opportunità di vivere  la sua infanzia e quindi anche la possibilità  di conoscere se stesso , i propri limiti e i propri punti di forza.
Essere sicuri di se significa semplicemente essersi liberati dalla famiglia d’origine e dai suoi condizionamenti “educativi”.
Conoscersi è manifestare ciò che sei e non ciò che i tuoi genitori si aspettano ancora da te.
 Il punto è che hai ancora paura del loro giudizio. Ti terrorizza ancora la sensazione di dover sbagliare,  ti fa paura dover  contrariali nelle loro idee. Ti terrorizza il tuo fuoco, quella forza capace di  prendere in mano la tua vita, quella forza che ti libererà finalmente da tutte le illusioni.
Questa forza è vita, questa forza è amore, ma dal momento che l'hanno chiamata ribellione ci hai creduto e hai smesso di essere.
Non ti accorgi che sono ancora i tuoi condizionamenti educativi  ad educare tuo figlio e non  la tua volontà? Così facendo non ti accorgi che provi ad essere il genitore di tuo figlio ma non lo sei ancora diventato.
Un genitore consapevole è un genitore maturo e autonomo, indipendente a livello affettivo ed  emotivo dalla sua famiglia d’origine, non ha più paura di essere giudicato da loro .
La maggior parte dei genitori non si accorgono che le dinamiche  che ripetono  nella relazione educativa con il proprio figlio sono ancora quelle irrisolte della famiglia d’origine.
 Quando non siamo in grado di spiegare a nostro figlio perché in una data situazione è giusto comportarsi in un certo modo,  piuttosto che in un altro, quando non riusciamo a chiarire a noi stessi perché abbiamo scelto di agire in un modo piuttosto che in un altro, quando al “diktat” segue il silenzio e il bambino non capisce il reale motivo di quel gesto,  accade che in realtà non lo abbiamo  ancora capito noi stessi.  Siamo rimasti lì in quel silenzio aspettando ancora una risposta al perché di quelle scelte e di quei comportamenti.
 Così ancora da adulti siamo  in attesa di tante risposte,  ci allontaniamo  dalla libertà e dalla possibilità di amare davvero nostro figlio e noi stessi. Riconoscerlo è il primo passo verso la consapevolezza.
 E’ così che dal buio si genera altro buio e si finisce per scambiare l’amore per qualcosa che non è.
Se fai luce in quel buio potrai vedere che l’amore ha altri colori , altre forme e altri gesti.

2.     Il concetto alterato d’Infanzia:

Un’altra causa fondamentale che ostacola la libertà di educare con amore è il concetto alterato d’infanzia.
 Da un lato c’è chi la percepisce come una fase  completamente priva d’istinto , di saggezza e intelligenza a tal punto da generare atteggiamenti  iperprotettivi ed esageratamente ovattati.  Da questo genere di percezione dell’infanzia, si crea la tendenza ad anticipare l’esperienza del bambino e spesso a  preconfezionarla.
 E' il classico atteggiamento che assume un genitore estremamente insicuro rinchiudendo il proprio figlio in quella che solitamente chiamiamo “Campana di vetro”.
D’altro canto c’è una schiera di adulti che invece guarda al bambino come un "piccolo adulto".
In questo caso, si ha  una visione dell’infanzia  “adultizzata".
 Iniziamo a spiegargli come funziona la vita, pretendiamo che rispettino dei tempi precisi, a volte addirittura pretendiamo che rispettino i nostri. Siamo lì a dirgli quando  mangiare,  quando hanno fame, ma ogni quattro o sei ore, decidiamo per loro quando devono dormire, quando è il momento di giocare e quando no.
Decidiamo addirittura che possono dimenticarsi del calore del petto
 della madre e del suo abbraccio poiché abbiamo speso tanti soldi per la carrozzina o l’ovetto. Gli imponiamo delle regole solo perché  gliele ripetiamo a voce ogni qual volta che si presenta l’occasione.
Gli diciamo persino di non piangere perché è grande, e di non sporcarsi perché non è più un neonato.
Sono piccole cose che giorno per giorno portano a sacrificare la vita di tuo figlio. Reprimendo la sua natura genererai malattie fisiche, disagi comportamentali che si manifestano successivamente nell’età adulta  quando ci si lamenta perché tutto non va e la vita fa schifo.
L’unico modo che conosciamo per leggere l’esperienza rimane quindi solo la sofferenza, con la convinzione che solo attraverso di essa si conquistano amore e felicità.
Questo è scambiare la follia con l’amore,  questa visione distorta potrebbe portarci a vedere una falsa realtà di noi stessi e delle cose a noi circostanti. L’amore e la felicità non sono una conquista, ma un modo naturale di essere ed esistere dell’uomo.
L’amore è amore, smettila di cercare dei modi e degli strumenti per educare con amore, accorgiti che l’unico  “strumento” sei tu e l’unico “modo” è solo la tua volontà.  Questa è principio primo insito nel  cuore, che non ha nulla a che fare con il sentimentalismo.
Ricorda sempre che la natura non è buona e neanche cattiva,  la natura è giusta.
Tutto quello che tuo figlio chiede quando viene al mondo è di essere amato per quello che è. Questo è naturalmente giusto.

3.     Dare a tuo figlio spiegazioni troppo razionali:

Quando si instaura una relazione d’amore con il proprio  figlio , interferire nei processi educativi con la razionalità interrompe quel magico flusso che ti mette in sintonia vibrazionale con esso lasciando che tutto accada secondo natura.
Soprattutto tra 0 e 7 anni, se proprio devi dare una motivazione fallo sempre con esempi e metafore tratte dalla natura. La motivazione razionale annulla la fiducia del bambino in se stesso e soprattutto la possibilità di far sviluppare il suo intuito e la sua capacità di “sentire” e percepire se stesso nelle cose.  Bisogna sviluppare l’istinto, la parte intelligente e divina dei nostri bambini, l’unica vera guida verso la strada della sicurezza e quindi dell’autonomia.
Lascia quindi che tuo figlio possa sperimentare la realtà per scoprire se stesso in relazione alle cose. Permettigli, dunque, di attingere e attivare le sue forze per rispondere alla sua curiosità e sfidarla nella pratica. E’ scontato che di fronte ad un pericolo come potrebbe essere ad esempio una pentola bollente , non significa che te ne andrai dalla cucina con il rischio che si faccia davvero male, ma ti limiterai semplicemente a rimanere li in presenza dicendogli che può toccare la pentola, ma di stare attento perché brucia. In questo caso non eviti a tuo figlio l’esperienza e in oltre gli permetti di attivare delle risorse difensive , come quella di percepire in anticipo il calore e di andarci con calma. Così facendo i bambini non solo sviluppano maggiore fiducia verso l’adulto e verso se stessi, ma non si faranno male e soprattutto non torneranno più a sfidarti. Parlagli sempre con amore. Il bambino ti percepirà sicuro di te.

4.     L’identificazione con la situazione e l’incapacità di essere neutrali:

Il bambino deve sentirsi sempre amato, tanto e allo stesso modo.
Se lo giudichiamo quando ha pulsioni che noi consideriamo “cattive e non un bene”, come potrà imparare ad accettare ed ad integrare le proprie ombre? Quando ti arrabbi con lui perché non risponde ad una tua richiesta,  puoi accorgerti  che in verità ti stai solo arrabbiando con te stesso. Temi di non essere stato capace di educarlo e soprattutto  temi che nessuno, nemmeno tuo figlio ti ascolta  perché non riesci a farti obbedire. Se porti attenzione alla tua rabbia, impari ad ascoltarla, puoi comprendere che il capriccio è più il tuo e non di tuo figlio. Ti sei identificato completamente nella situazione e non hai via di scampo se non quella di alzare la voce creando terrore.
Impara ad essere neutrale, ad osservarti ed osservare. Se tuo figlio non risponde alle tue richieste è perché la tua richiesta non è delle più intelligenti. Arrabbiarsi perché si ha la sensazione di perdere il potere e il controllo della situazione, aggiunge solo tensione e non presenta alcun vantaggio.
Se ci si mantiene neutrali, consapevoli e fiduciosi che la scelta è quella giusta, e se si rimane in ascolto, pronti ad accogliere amorevolmente le sue istanze e a trovare delle soluzioni migliori, il bambino avrà il piacere di ascoltarti.

5.     La manipolazione:

Se vuoi imparare ad educare con amore devi essere sincero e trasparente e soprattutto onesto con te stesso.
Spesso, pur di farci ascoltare dai nostri figli, attiviamo dei meccanismi di  manipolazione che compromettono e trasformano la purezza della relazione.
Non arrabbiamoci se poi loro non ci diranno mai la verità, in fondo non la conoscono davvero.
La manipolazione abitua il bambino a mentire, a non essere se stesso, quindi a non vivere nella verità imparando a stare in situazioni ambigue e contrastanti.
Spesso la necessità della manipolazione scaturisce dal senso di colpa che un genitore ha verso il figlio e allora si preferisce nascondere quel disagio con una bugia, piuttosto che affrontarlo parlando col “cuore” in mano. Così facendo credi di fare del bene a tuo figlio, perché nascondendogli la verità credi di difenderlo da qualcosa di sbagliato, ma capirai che di sbagliato c’è solo la menzogna, sarà troppo tardi quando  tuo figlio vorrà difendersi da te.
Dire le cose come stanno, esternare le proprie paure e i propri limiti, chiedere al proprio figlio di cosa ha paura anziché ovviare queste domande con storie assurde, è un modo per esorcizzare la paura stessa e per insegnare a tuo figlio che anche da adulti è possibile essere  se stessi, sempre e comunque e che non c'è alcun motivo per avere paura.
 I figli sono un dono e vanno bene così come sono. 
Solo se accettiamo noi stessi potremo accettare totalmente i bambini e crescerli nella libertà. Decidere di risvegliarsi e quindi di cambiare non è sempre facile, dovrai impegnarti , osservarti ed ascoltarti.
Il cambiamento potrebbe essere lento. Va bene così. Tu e il tuo bambino dovete ritrovare il giusto equilibrio riconoscervi e com-prendervi
Un tempo erano i bambini a fare i capricci, oggi sono i loro genitori. L'amore è un'altra cosa...

                                          "La Natura non è buona e neanche cattiva.
La Natura è giusta.
 Agisce nell'amore e per l'amore.
Dona i suoi frutti..non li vende."

Luce <3